Io le bugie non le dico. Mai. Per questo quando ho messo la mano nella Bocca della Verità ero sicura, sicurissima, che non mi succedeva proprio un bel niente. Tutti mi dicevano: «Attenta Benedetta che ti mangia la mano!». Ma che sei matto? A me la mano serve per mangiare e pure per scrivere a scuola, aho! C’erano pure gli stranieri che mi dicevano qualcosa e mi battevano le mani. Io non capivo niente. Anche se ho 8 in inglese e 7 in francese. Ho detto a tutti di parlare italiano. Ma non capivano niente nemmeno loro. Mi hanno fatto pure le foto con il cellulare. Tante foto. E io mi sono messa in posa. Poi ho messo la mano nella Bocca della Verità che è una faccia grande bianca e dura. Molto brutta. Non è successo niente. Lo sapevo. Papà mi dice sempre che non devo mai dire bugie a nessuno, a casa, a scuola, alle mie amiche. Perché poi è peggio. Lui dice che devo dire sempre la verità. Dire la verità è molto meglio. Pure divertente. Perché così io racconto tutte le cose che mi sono successe e tutte le cose che penso con la mia testolina. E le persone mi stanno a sentire. Ogni tanto però qualche bugia la dico perché spero che incontro Elia e allora dico a mamma: «Ho visto Elia, ferma la macchina!». Mamma mi risponde che Elia vive a Brescia e che non lo possiamo incontrare a Roma, a viale Marconi oppure quando vado a scuola a Trastevere o quando vado a calcio, anche se anche Elia gioca a calcio. Però a Brescia. Mamma dice che questa non è una bugia ma sono io che vedo Elia da tutte le parti. È vero! Però alla Bocca della Verità ci torno. Perché io penso proprio che qualcuno perde la mano. Mi dispiace se perdono la mano, però le bugie non si dicono mai. Io non lo so se conosco quelli che dicono le bugie. E non so come fanno a perdere la mano. Ma tanto io non la perdo.
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