“Mi rivolgo alle mamme che hanno figli disabili che non parlano: è qui che ho molta rabbia e dolore insieme”

“Mi rivolgo alle mamme che hanno figli disabili che non parlano: è qui che ho molta rabbia e dolore insieme”
Anche per noi ci sono i segni. Anche per noi c’è una stella, che ci può portare dove facciamo fatica ad andare.
Da tempo, da qualche mese, porto dentro un pensiero speciale per i genitori. Per i genitori di Fede e Luce ma anche per tutti i genitori che all’improvviso comprendono che il loro figlio non crescerà nella stessa maniera degli altri bambini
Fatima è una bambina di due anni, perfettamente intelligente, che vive grazie ad un respiratore, alla bombola dell’ossigeno, al tubicino che le porta la pappa direttamente nello stomaco.
Due testimonianze che ci giungono dalla Casa del sole, una scuola speciale che accoglie ragazzi disabili, e dal Centro di Solidarietà che ospita i ragazzi più gravi, cerebrolesi e spesso, plurihandicappati
Cristina racconta la sua amicizia con la famiglia di Andrea e Silvia entrambi affetti da una disabilità molto grave
Forse non ce ne rendiamo conto ma spesso quello che cambia la nostra vita non sono gli avvenimenti ma gli incontri
Questo testo è stato scritto anni fa da Camille Proffit, mamma di due figli gravemente disabili, che insieme al marito Gerardo, sostenuta da Jean Vanier e Marie Hélène Mathieu, ha dato vita al movimento internazione di Fede e Luce.
Fiaba raccolta e narrata da Natalia Livi
Un’idea ben chiara in mente: non limitarsi alla vita famigliare, non chiudersi a difesa del proprio privato ma restare aperti e disponibili a quanto accade intorno, considerando possibile campo d’azione la realtà che li circonda.
Questa divertente poesia in dialetto veneto di Giovanni Zaninello di Cavarzere (Venezia) è il nostro «regalo» di Natale. Rivela tutta la sua grazia anche a chi non è veneto, purché la legga con un po’ di inventiva
Rainer Maria Rilke – Passigli Editore, Antella, Firenze – 1996, p.125