Delusione ed esperienze positive

Carissimi amici di «OMBRE E LUCI», sono la sorella di Stefano, un ragazzo di 22 anni con un ritardo psicomotorio e un’insufficienza mentale medio-grave.
È da parecchio tempo che desidero scrivervi, prima di tutto per complimentarmi per la vostra rivista, che ritengo molto «bella», «utile» e «vissuta». Credo proprio che il comunicare esperienze nelle quali ognuno di noi può ritrovarsi… è di grande aiuto e invito ad andare avanti. I momenti di crisi sono sempre tanti e spesso ci si sente soli nell’affrontarli.
Stefano ha subito un trauma alla nascita, non è stato assistito perché nato di domenica a mezzogiorno, quando un’ostetrica doveva smontare e l’altra non è arrivata. È nato al S. Carlo, uno degli ospedali più grandi di Milano.

Ha camminato a 4 anni e mezzo, dopo un impegno estenuante di fisioterapia giornaliera; ha parlato a 8 anni, sempre seguito in terapia logopedica… anche adesso non parla bene, usa poco la bocca… perché forse si fa troppa fatica, è un «pigrone». Ha frequentato la scuola dell’obbligo imparando a scrivere sotto dettatura in stampatello e a leggere, anche se molto lentamente. Terminata la 3° media, è iniziato un periodo molto difficile, durante il quale, per circa un anno, Stefano è rimasto a casa perché non esisteva, in una città come Milano, una struttura educativa idonea per continuare l’educazione e avviarlo ad una sempre più completa padronanza delle sue capacità (se non i CTR (CSE) centri per gravissimi).
Siamo riusciti poi a inserirlo in un centro diurno, che frequenta ancora, ma che sembra più un «parcheggio», che un centro educativo. Potrà frequentare questo «day hospital » fino ai 25 anni (a gennaio ne compirà 23)… e poi??

Vi scrivo questa lettera oltre che per esprimere la mia delusione, per raccontarvi di esperienze molto positive, totalmente a carico della famiglia, che Stefano vive al di fuori del Centro.
Usufruisce da circa 9 anni dell’ippoterapia, esperienza per lui molto valida e gratificante.
Da circa 4 anni partecipa con entusiasmo a gare di atletica leggera, allenato dalla Polisportiva Milanese (1). Questa società, sostenuta quasi esclusivamente da volontari, allena i ragazzi come Stefano in palestra una volta alla settimana, i risultati sono veramente positivi sotto tutti i punti di vista.
A questo proposito vi allego del materiale illustrativo, restando sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Da circa un mese Stefano ha iniziato a frequentare una scuola triennale di musicologia applicata, diretta da monsignor Sequeri, che porterà un piccolo gruppo di ragazzi con difficoltà, ad esibirsi in un concerto di musica classica. Stefano è veramente entusiasta.
Vi allego alcune foto di Stefano.
Maria Carla Farioli – Milano

(1) Daremo informazioni di questa Polisportiva in un prossimo numero.

Io faccio tante cose

Cari Ombre e Luci, voi fate il vostro dovere, meraviglioso, siete in gamba, lavorate bene; dentro il giornalino pensate a tutti gli andicappati, li fate partecipare e anche gli ammalati e si vede che date la vita a tutti, li fate parlare a tutti.
Io pure mi sono inserita con voi. Io vorrei essere messa nel giornalino; è possibile? se no, pazienza.
Io sto facendo tante cose. Imbusto le lettere, piegando e poi le metto nella busta con l’indirizzo già fatto, poi le chiudo e me le porto a casa da imbucarle.
Qualche volta verrò anch’io per vedere quello che si fa in una redazione.
A rivederci al più presto, vi saluto con tanti auguri di salute e di buon lavoro.
La vostra collaboratrice.
Silvia Fiumano

Un piccolo fuoco

Cara OMBRE E LUCI, da quando opero come assistente sociale presso un centro per disabili psichici (ANFFAS di Agrigento) un piccolo fuoco si è acceso lentamente nel mio cuore e a poco a poco è divampato alto fino a raggiungere un’intensità che oggi mi dà il coraggio di accettare la sofferenza umana con più serenità.
Il gruppo di ragazzi con cui faccio laboratorio teatrale, insieme a tutti i ragazzi che frequentano il centro, fanno ormai parte della mia vita sociale e affettiva, e non unicamente del mio lavoro, perché sono diventati i miei piccoli grandi amici.
Da un anno circa, cioè da quando conosco la vostra rivista, si era fatta forte dentro di me l’esigenza di testimoniare la mia esperienza partecipandovi la mia disponibilità a collaborare e spedendovi qualche fotografia che rappresenti in qualche modo momenti di aggregazione dei nostri ragazzi.
Rispetto all’emarginazione la mia speranza è che da subito nessuno si senta più escluso o solo al mondo, e che tutti possano condividere le proprie esperienze con gli altri; è anche per questo che vi chiedo di non cessare con il vostro Servizio: voi date a noi lettori quell’intensità emotiva che sollecita una volontà a operare nel sociale con autentica dedizione e genuino spirito di solidarietà.
Sabrina Alletto – (Agrigento)

Paolo è molto contento

Faccio presente che Paolo, oltre ad essere un convinto sostenitore della vostra rivista, è anche un portatore di handicap facente parte della comunità Don Bosco sin dal 1983.
Paolo è molto contento di far parte di Fede e Luce. Attende sempre con ansia gli incontri con gli amici e soprattutto le giornate domenicali trascorse insieme che gli danno felicità.
Vi manderò per tempo la mia offerta per il 1995.
Augurandovi buon lavoro e un felice avvenire della vostra rivista vi saluto cordialmente.
M. Concetta D’Andrea

Dialogo aperto n. 49 ultima modifica: 1995-03-15T19:14:53+00:00 da Redazione

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