Da sempre la famiglia è la protagonista di Ombre e Luci. In quest’anno, dedicato alla famiglia, vogliamo rinnovare il nostro impegno: ricordare, in modo un po’ particolare, ai nostri lettori come e quanto sia importante imparare a conoscere, a capire dal di dentro, la vita di una famiglia provata dall’handicap.
Per questo siamo andati a cena dalla famiglia Ozzimo. Mentre mangiavamo di gusto un’ottima cenetta, resa più che mai casareccio da una squisita misticanza romana raccolta in campagna dalla mamma e da un vinello fatto dal papà, acceso il registratore, li abbiamo fatti parlare: Gerardo, Rita, Pablo e Daniele.
Mentre loro parlavano, mi guardavo attorno: un appartamento piccolo per quattro persone, di cui una in carrozzella: due stanze da letto, un saloncino e una cucinino. Eppure ascoltandoli, mi sentivo circondata da un’aria di grande respiro: grande la calma e la signorilità dei modi di Gerardo; grande il cuore e il buon senso di Rita; grandi gli occhi e il sorriso di Pablo; grande la sensibilità e la sincerità di Daniele.
Ho sentito quest’anno molte parole, conferenze, dibattiti sulla famiglia. Ma non avevo ancora sentito ciò che ho imparato quella sera da loro. Lì c’era una storia grande, lunga, faticosa… lì cerano occhi parlanti che mi dicevano tutta la loro vita intima e segreta, quella che non si può raccontare. Lì, attorno a quella carrozzella, cerano gesti che parlavano di una stanchezza e di una ripetitività senza fine. Lì, attorno a quella tavola, c’era la gioia intima di una famiglia che ha saputo affrontare la prova con coraggio, senza sterili lamentele; con fiducia nella vita che è vita solo quando è donata, l’uno all’altro, fra litigi e screzi, fra stanchezze e battute, fra sforzi e riprese, giorno dopo giorno…
Guardavo Daniele, un vero gigante buono. Alto quasi due metri, con una lunga chioma corvina, gli occhi azzurri pieni di luce, un sorriso aperto. Lo ascoltavo parlare del fratello con il quale divide la stanza da sempre con quello che questo comporta, affascinata dalla naturalezza e dalla spontaneità con cui diceva le sue gioie e le sue tante fatiche.
jGrazie Rita per la forza e la serenità che sei riuscita a dare alla tua famiglia. Grazie Gerardo, per la calma con cui reggi il timone della tua casa. Grazie Daniele; vorrei che tanti giovani ti incontrassero e venissero a cena a casa tua. Grazie, infine a te, Pablo, per la tua presenza; senza saperlo hai evangelizzato la tua famiglia.
– Mariangela Bertolini, 1994
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
Tutti gli articoli di Mariangela
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.48, 1993
Sommario
Editoriale
A cena in famiglia di M. Bertolini
Articoli
Chiacchierata in famiglia da meditare
Non vergognatevi di essere felici di M.O. Réthoré
Avevo tanta paura di G. Argento
Non perdere di vista enza di
Cercavo di far cantare il mio cuore di E. Mounier
Ma noi siamo attori di M.C. Chivot
Cooperativa «Il Trattore» di N. Schulthes
Associazione «Il Cantiere» di N. Livi
Rubriche
Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Libri
A tu per tu con l'autismo , C. Milcent
«Mi riguarda», , AA.VV
Volontariato - Biblioteca della Solidarietà, A. Mastantuono