Notizie di Fede e Luce nel mondo

Zona Asia-Oceania

Conta 31 comunità in Australia, Hong-Kong, Nuova Zelanda, India, Isola Maurizio e Filippine. E’ una zona piena di contrasti: gente poverissima, altra ricchissima. Persone di religioni diverse. Paesi separati da migliaia di kilometri di oceano e di mare.
In Nuova Zelanda è nata Fede e Luce. Ci sono quattro piccole comunità ognuna delle quali è gemellata con una comunità dell’Australia.

Zona America Latina e Caraibi

Fede e Luce esiste con 60 comunità in Brasile, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Perù e Repubblica Dominicana.
In questo momento questi paesi sono mobilitati per preparare un pellegrinaggio a Nostra Signora di Guadalupe, in Messico al quale parteciperanno le Comunità delle due Americhe.

Dal Perù:
«Vorrei comunicarvi una pena che è anche una speranza: il nostro assistente nazionale è partito per l’Amazzonia dove lavora ora come missionario fra gli indigeni. Questa partenza è stata per noi una grande perdita ma anche una speranza; quella di vedere forse nascere una comunità Fede e Luce in piena foresta vergine!».
Da S. Domingo
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«Cari amici, buongiorno a tutti! Vi scrivo per ringraziarvi del vostro aiuto in vestiti e danaro. Abbiamo potuto così passare una settimana di campeggio indimenticabile. Eravamo 34 giovani amici, 31 giovani e bambini con handicap, sette mamme e 4 fratellini e sorelline. E’ stato il miglior campo della nostra storia di Fede e Luce. Tutti sono stati contentissimi e molti hanno detto di aver vissuto la più bella settimana della loro vita».

Zona Medio Oriente

Dal Libano:
Nonostante la guerra che dura da dieci anni, le comunità riescono ad incontrarsi regolarmente. Quest’estate ci sono stati 18 campi di vacanza e in autunno tutte le comunità si sono riunite per un pellegrinaggio a Notre Dame del Libano. C’erano 700 persone fra le quali 17 Ciprioti e alcuni Siriani.

Zona Europa del Nord

Fede e Luce è presente con 89 comunità in Germania, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Danimarca, Svezia, Norvegia.
L’ecumenismo è una realtà di questa zona, realtà che è sofferenza della divisione, ma anche mistero dell’unità intorno ai nostri fratelli e sorelle con handicap.

Dall’Irlanda:
«…Sentiamo il bisogno di andare oltre i canti, le danze, le chiacchierate. Per le famiglie e gli amici abbiamo ora dei momenti di riflessione spirituale. E’ il momento di offrire la stessa cosa alle persone con handicap mentale. E’ una cosa nuova per noi. Dobbiamo andare per gradi. Abbiamo deciso di fare dei ritiri con non più di 30 persone. Ogni persona con handicap avrà il suo compagno che si impegnerà con lei per il ritiro ma anche in seguito per un’amicizia duratura».

Dalla Norvegia:
Tonia, responsabile della comunità di Oslo, abita ora nell’estremo nord del paese. Scrive: «Ho l’impressione di essere sul tetto del mondo, con una camera in granaio! Il vento ghiacciato soffia, la neve è sempre presente, ma la luce copre ogni cosa. E’ giorno ancora alle nove di sera e il sole si alza alle 3 (in aprile). In tutte queste piccole case, ben riscaldate, ci sono certamente delle persone con handicap, dei genitori, degli amici che aspettano una comunità. La terra è arida, le distanze sono enormi, ma la gente è più aperta alla solidarietà e alla condivisione che nel sud. Mi servo di un piccolo aereo per spostarmi e visitare i miei pazienti. (Tonia è psicologa). Parlerò di Fede e Luce ad un gruppo che presto verrà a casa mia».

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Dopo quell’incontro

Pochi giorni prima del Natale ’85, nasceva a Marzocca una piccola comunità di Fede e Luce: qualche ragazzo con la sua famiglia, un gruppetto di giovani e il loro entusiasmo, la voglia di fare e la quasi totale mancanza di conoscenza ed esperienza riguardo ai problemi dei nostri ragazzi. C’ero anch’io a quel primo incontro, impacciata, tesa, anche un po’ commossa; non sapevo cantare, non conoscevo i giochi, non sapevo cosa dire e come comportarmi. Insomma, mi sentivo proprio inutile.
Però, avevo capito l’importanza e il significato di questo modo diverso di stare insieme, di far dono di sé, e volevo cambiare.

Così, man mano, ho imparato a conoscere i ragazzi, ad avere confidenza coi genitori, a rafforzare i legami con gli altri amici e a prendere parte attivamente agli incontri.
Poi, alla fine di aprile, anche se solo per un giorno, ho partecipato al pellegrinaggio ad Assisi. Quel giorno, è accaduto qualcosa che mi ha profondamente segnato. Un ragazzo che non poteva vedermi, né parlarmi, né sentire la mia voce, si è accorto della mia presenza; mi sono sentita piccola di fronte alla grandezza del suo amore e incapace di esprimere l’affetto e la gratitudine che provavo per lui, che invece, sapeva offrirmi così dolcemente la sua amicizia. In quel momento si è scatenato qualcosa di molto forte dentro di me, ho capito che non potevo comunicare con gli altri quasi esclusivamente con la parola come fino ad allora avevo fatto. Quel ragazzo, di cui non so nemmeno il nome, mi ha insegnato ad abbattere le barriere dell’egoismo, dell’indifferenza, delle «formalità sociali» che spesso, per comodità chiamano solo «buona educazione»; mi ha insegnato ad intuire ciò che non viene detto, a cogliere il significato di uno sguardo, di un sorriso, di un abbraccio e ad esprimermi con questo linguaggio così immediato. Dopo quell’incontro, ho compreso che non devo più preoccuparmi di quello che so fare, di come devo comportarmi; tutto ciò che devo avere è cuore semplice e disponibile, che si lasci travolgere dall’amore e dall’entusiasmo dei ragazzi: ho scoperto una gioia infinita imparando ad amare e a donarmi con umiltà e totalità come gli amici di Fede e Luce mi hanno insegnato.

Stefania di Camminiamo insieme

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Noi andiamo a teatro

«Siamo due amiche che vanno a teatro!» sembra una frase come tante altre, e invece non lo è, e vi spiego il perché.
Ho avuto l’occasione di avere offerti due posti a teatro e poter mandare mia figlia lievemente handicappata.
Ho chiesto subito ad un’amica del nostro gruppo se poteva essere disponibile per accompagnarla, prenotando anche una terza poltrona e avere così la possibilità di altra compagnia.
E perché? Mi è stato risposto, niente affatto, siamo due amiche che vanno a teatro. Credo che ogni commento sarebbe inutile, ma lasciatemi dire, «questa è Fede e Luce», e questo è ciò che fa felici i nostri ragazzi e noi genitori, perché, poter dire, mia figlia è andata a teatro con un’amica, significa avere avuto tanta fiducia e pazienza nel veder crescere quel seme piantato tanti anni fa, ma che sta dando succosi frutti. Ho aspettato con ansia il loro ritorno, mia figlia era così desiderosa di raccontarmi ciò che aveva veduto, che mi ha svegliato anche durante la notte, per ripetere più volte, «quanto mi sono divertita mamma! grazie di avermi mandata…»

Una mamma

Vita Fede e Luce n. 18 ultima modifica: 1987-06-25T13:15:30+00:00 da Redazione

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