Come un figlio normale
Trattate vostro figlio come un figlio normale ogni volta che è possibile, ma non aspettatevi che reagisca come un figlio normale. Non sperate l’impossibile, ma non abbandonate mai la lotta. Siate riconoscenti per il più piccolo passo avanti perché questo vi mostra che c’è ancora un progresso da fare.
Ripetere con costanza
I bambini o i ragazzi ritardati imparano solo ripetendo costantemente qualcosa. Vostro figlio deve ripetere spesso dei piccoli compiti — anche molto piccoli — prima di saperli compiere bene. Un poco al giorno è meglio che tanto e a lungo. Quando è stanco, l’attenzione lo lascia.
Dategli tempo
Dategli tempo. Non stimolatelo troppo e in continuazione. Il ragazzo con handicap mentale ha spesso un ritmo di vita molto lento. Bisogna lasciarlo avanzare con il suo passo. Il tempo che impiegherà sarà più breve quando un compito gli sarà diventato più familiare.
Evitate che si disperda
Quando ha un compito da fare, non lasciate che si disperda qua e là. Egli fa fatica a fissare l’attenzione su qualcosa ed è bene ricordargli lo scopo che si è prefisso.
Fino a completare il compito
Aiutatelo a finire quello che ha cominciato a fare. Meglio che il compito sia di breve durata perché così avrà la soddisfazione dell’«ho finito!».
Meglio fare che parlare
Dimostrategli come si fa qualcosa facendola voi stessi. Parlare è meno utile del fare. Meglio poi agire con lui, guidando le sue mani perché abbia una buona impostazione, spezzettando le varie azioni se è necessario.
Lasciatelo fare da solo
Aiutatelo solo quando è necessario. Lasciatelo fare da solo quello che può e vuol fare da solo. Se farete voi per lui, farete senz’altro più in fretta e meglio, ma lui non imparerà mai niente e resterà sempre dipendente da voi.
Secondo le sue possibilità
Vostro figlio può imparare solo quello per il quale è preparato. Non bisogna perciò fissare delle mete al di sopra delle sue possibilità, ma se mai rendergli la riuscita sempre possibile, proponendogli di volta in volta compiti che corrispondono al suo grado di sviluppo. Non arrendetevi di fronte al «L’ho provato tante volte!». Tentate ancora e poi ancora di nuovo; vedrete, a un bel momento ci riuscirà.
Evitare l’insuccesso
Non esigete troppo da lui. Se vi aspettate che sappia realizzare quello che «non può», l’insuccesso sarà inevitabile. Il ragazzo debole si rende conto da solo dell’insuccesso: sente che non può rispondere alla vostra attesa. E se questi insuccessi si ripetono, non oserà più far nulla. Rifiuterà lo sforzo, cadrà nell’insicurezza o nella passività. Può anche diventare agitato, recalcitrante e difficile.
Solo una cosa alla volta
Insegnategli solo una cosa alla volta. Solo quando avrà fatto un progresso, potrete proporgli un nuovo compito. I passi devono essere forse più piccoli di quanto pensavate. Per questo, a volte, bisognerà dividere ogni compito in «parti di compito» ed esercitare ogni parte fino a quando non se ne sia impadronito. Per esempio, è inutile dirgli di non far cadere la minestra dal cucchiaio se è ancora in difficoltà per arrivare a trovare la bocca.
In modo chiaro e distinto
Cercate di descrivergli un compito in modo chiaro e distinto. Assicuratevi che abbia capito quello che gli chiedete. Usate sempre le stesse parole per indicare la stessa azione. Non date lunghe spiegazioni. I lunghi discorsi lo distolgono dal prestarvi attenzione.
Più lodi che agli altri
Quando il bambino o il ragazzo ha realizzato bene qualcosa, non dimenticatevi di esprimere la vostra soddisfazione. Un bambino con un ritardo — è bene ricordarlo — ha bisogno di più lodi di un altro perché fa più fatica. Il suo interesse per le cose è più ristretto, lo slancio per conoscere e sperimentare, nel migliore dei casi, è più limitato; i risultati che ottiene sono sempre troppo magri per dargli la voglia di intraprendere altri sforzi. Sono allora i complimenti che lo stimolano alla perseveranza. Se voi sarete fieri per quello che ha fatto, anche lui sarà fiero e avrà voglia di fare meglio e ancora.
Certi che ce la farà
Quando lavorate con il vostro figliolo, evitate che questa attività sembri un esame. Il ragazzo non deve mai avere l’impressione che siete tesi per la riuscita. Deve se mai, sentire che voi siete certi che lui ce la farà.
Non rimproveratelo
Non rimproveratelo mai se qualcosa è fatta male. Spesso questo è dovuto ad una vera impossibilità più che a mancanza di buona volontà. E’ bene criticare, cioè valutare insieme se qualcosa è fatto bene o male, ma è sempre un errore il rimprovero, soprattutto quando lui ha fatto del suo meglio. Se nel corso dell’attività il bambino involontariamente fa qualcosa di sbagliato, è bene rassicurarlo: «Ce l’hai messa tutta! Questo è importante. La prossima volta andrà meglio!».
Siate per lui un esempio e un modello
Non dimenticate la virtù dell’esempio. Molti ragazzi con ritardo sono inclini a imitare quello che vedono fare dagli altri. Il vostro modo di mangiare, di parlare, di comportarvi, tutto è modello di comportamento per loro. Badate allora a che questo modello sia quello che potrete ritrovare con piacere nel vostro figliolo.
Tradotto da Mon enfant n’est pas comme les autres, Guide pour les parents, les amis, et les responsables d’enfants débiles mentaux di Maria Egg, ed. Delachaux Niestlé, 1963/73 p. 60-65
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.18, 1986
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