Ritrovarsi regolarmente
Prima cosa: bisogna che le stesse persone si incontrino regolarmente e che la riunione cominci puntuale. Un’équipe muore quando alcuni arrivano con mezz’ora o un’ora di ritardo. Bisogna inoltre sapere in anticipo quanto tempo, grosso modo, durerà la riunione. Quando gli incontri non sono regolari quando durano all’infinito, o al contrario, quando, senza sapere perché, sono accorciati, le persone si scoraggiano. Bisogna che tutti sappiano che si comincerà alle 9 e alle 9 precise bisogna mettersi al lavoro. Se si è previsto la fine per le 16.30, bisogna che alle 16.15 tutto sia finito. Se lasciamo che le cose si trascinino presto ci sarà scoraggiamento… Più i partecipanti vengono da lontano, più questo primo principio è indispensabile.
Prevedere tre punti
Seconda cosa: in ogni riunione, prevedere tre punti. Eccoli senza ordine: in ogni progetto cristiano ci deve essere un tempo di silenzio e di preghiera; non per forza formule recitate, ma un ascolto dello Spirito Santo. Ci si mette davanti a Dio come un povero. Altrimenti arriveremo presto a creare i nostri progetti e non il progetto di Dio.
Occorre anche che ci sia un tempo di lavoro che si dividerà in due momenti: un momento di sogno e uno di organizzazione. Quando ci si trova per non parlare di sé… come se sapessimo già tutto quello che c’è da dire. Quando si è all’inizio di una cosa, dire un po’ tutto… da troppo fare. Sognare un po’ …lasciare che la follia di Dio entri in noi… dire un po’ tutto quello che passa nella testa. E poi un tempo per l’organizzazione. Si decide per un progetto, ci si pensa davanti a dove, chi, come? E si vede in che modo preciso rispondervi.
Un incontro deve comportare anche dei momenti di distensione. Sia attorno a un pranzo in cui si canta, questo momento di distensione è molto importante. Quando ci è in riunione, si dice: “Vorrei che l’aereo partisse alle 19, vorrei che, vorrei che…”. Si parla con autorità. E tutto diventa attorno ad una tavola e si comincia a cantare: “It’s a long way…”. I visi si distendono, si trasformano. Si festeggia un compleanno, si guardano delle fotografie…
Mi sembra anche molto importante che un’équipe Fede e Luce passi un Week-end insieme, ogni tanto, giusto per distendersi e pregare in comunità.
Se, in ogni riunione, avete questi tre elementi di silenzio e di preghiera, di lavoro e di distensione, se vi riunirete regolarmente e le riunioni sono puntuali, e in più, se passate un week-end insieme regolarmente, potete essere sicuri che nasceranno dei progetti a tempo giusto.
Ruolo del coordinatore
Il coordinatore della riunione, piuttosto che dirigere e dare ordini, deve ascoltare e suscitare. È inteso che in certi momenti deve esigere la disciplina che permette di lavorare. Bisogna essere puntuali, occorre che le persone non parlino tutte nello stesso momento; il tempo degli interventi deve essere limitato. Dunque il coordinatore deve creare un certo quadro, un certo ritmo e proporre anche dei metodi di lavoro. Ma il coordinatore deve soprattutto ascoltare lo Spirito Santo che si esprime attraverso i vari gruppi, così come dev’essere attento ad ascoltare in modo privilegiato i più poveri. In ogni gruppo, infatti, c’è chi non parla molto ma che forse ha molto da dire, non tanto in quantità, ma ha forse una o due idee importanti da dire. Il coordinatore deve dunque invitare le persone a parlare, cantare i bisogni di tutti, specie dei più poveri, dei più silenziosi. Quanto alle decisioni, devono venire da un consenso, da una scienza comune. Non è il coordinatore che dice ciò che si deve fare. Egli deve essere colui che catalizza, che cristallizza e che fa il punto quando sente che si è formata un’unanimità.
I progetti
È importante per Fede e Luce che nascano dei progetti senza aspettare troppo perché gli appelli e i bisogni sono numerosi e anche perché i progetti danno forza. Ognuno può prendere la sua parte di responsabilità.
Di fronte ai progetti, bisogna evitare due errori: per paura il progetto viene ritardato all’infinito, e così non se ne fa niente. Non si osa perché si vuole che la realizzazione sia già perfetta. I membri dell’équipe non sono troppo sicuri di se stessi e in fondo non hanno abbastanza fiducia nello Spirito Santo. Rifiutano il rischio, non si muovono.
L’altro errore è quello di coloro che vogliono realizzare troppo in fretta senza cercare ciò che Dio aspetta da noi, senza ascoltare lo Spirito Santo. Spesso rapidamente agire per calmare l’angoscia dell’attesa.
La fiducia
Un’ultima considerazione. A volte l’équipe è formata da persone che si sentono incapaci di portare avanti un progetto. Ci sono, per esempio, quattro o cinque persone piene di desideri, ma con poco dinamismo, senza molta creatività. Non sanno cosa fare. Occorre che continuino almeno a ritrovarsi ad ore fisse per pregare il Signore affinché mandi la sua luce, perché mandi altre persone nella loro comunità per aiutare a vedere bene un progetto e a realizzarlo. Se queste persone sono fedeli alla preghiera, all’incontro settimanale e mensile, se veramente si vogliono bene, se rispettano nei loro incontri i tre momenti di cui parlavamo prima, preghiera, distensione, lavoro, vedrete che nascerà un progetto. Ci vorranno forse sei mesi, un anno o più, questo non ha importanza. Perché là dove due o tre si riuniscono nel nome di Gesù, Gesù è presente. Ma si deve aspettare nella fiducia, perché se si domanda in nome di Gesù, di aiutarci e operare per il suo Regno, non ci abbandona mai. Un progetto nascerà, secondo i suoi desideri, non secondo i nostri.
Jean Vanier
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.29, 1981