Non è facile esprimere e far capire in poche righe cosa significhi per me avere una sorella non normale. Oltretutto non sono il tipo di ragazza cui piaccia sfogare per iscritto i propri problemi; questa volta sento quasi doveroso farlo perché so che la mia esperienza può servire ad altri miei coetanei, i quali trovandosi nella mia situazione, tentino di migliorare il rapporto di vita in comune che hanno con i rispettivi “fratelli” o “sorelle”.

Sembrerà un paradosso, eppure se non avessi accanto ogni giorno Lei, la mia vita mi apparirebbe di colpo insignificante.

Purtroppo l’ho scoperto tardi, rispetto all’età che ha: 24 anni, di come riesca a farsi in quattro per tutti senza distinzione o convenienza alcuna (Vocaboli, questi ultimi, a me tanto familiari per riuscire a sfondare con gli altri, nella società in cui vivo).

Non riuscirò mai a capirLa veramente a fondo! Anche quando mi insulta ed accenna a qualche baruffa, devo convincermi che non lo fa con cattiveria o per superiorità ed è questo un modo come un altro per dimostrare di avere anche Lei voce in capitolo.
Debbo riuscire ad accettarla così come realmente è (e non come vorrei che fosse: il ritratto della perfezione assoluta!)
Insomma l’amore che dimostra di avere verso me e il fratello (entrambi minori di Lei) dovrebbe essere contraccambiato con amore e disinteresse permettendole di riflettere sui suoi consigli facendole capire, con grazia, che non occorre usare i toni duri solo perché è sorella maggiore.

E qui mio padre intervenendo prontamente, riesce facendoci riflettere, a far tornare la pace…fra cani e gatti! (A sentire lui la nostra famiglia assomiglierebbe ad un giardino zoologico).
Nonostante i piccoli litigi, riusciamo tutti e tre ad intenderci reciprocamente. Soprattutto per quanto riguarda le amicizie.

Non esiste distinzione alcuna fra i miei ed i Suoi amici; questo intendo precisarlo, in quanto trovo molto positivo che riesca a frequentare, oramai da tempo, le compagnie presentatele da me.
Abbiamo partecipato a delle gite domenicali organizzate da un gruppo ora da un altro e così via, fino ad arrivare a delle vere e proprie feste in casa di ragazzi in occasione del loro compleanno.

Certo, a volte, insieme ad amici capita di puntare la serata su locali privati tipo discoteca, in occasione non so della festa di fine Anno, del carnevale e trovo sinceramente imbarazzante recarmi sul posto insieme a “C”, perché immagino di non potermi divertire abbastanza, in quanto costretta a dedicarmi a Lei: così preferisco andarci da sola.

Eppure so di non agire correttamente nei Suoi confronti perché capisco di farLa un pò soffrire.
A questo punto entrano in scena i miei genitori, i quali mi dicono di pretendere troppo dalla Sua personalità, costringendoLa pertanto a soffrire di più facendoLa partecipare e che si troverebbe a disagio per le ovvie conseguenze… Allora, i miei, per l’occasione e con l’aiuto della TV, s’improvvisano clowns, cantanti e ballerini tanto da riscuotere successo e risate da parte di “C” e di mio fratello.

Con loro frequentiamo assiduamente Fede e Luce, soprattutto quando avvengono incontri e feste a livello di singolo gruppo parrocchiale.
Però con mio grande dispiacere, noto che gli amici del gruppo F. e L., al di fuori delle giornate trascorse insieme tra preghiere, canti, scenette e pranzo in comune, riescono facilmente ad evitare in strada o magari in autobus, i ragazzi come mia sorella.

Forse per poco tempo a disposizione, ma credetemi, è deludente trovarsi in strada in compagnia di “C” ed accorgersi entrambe che un amico (almeno ritenuto tale fino allora) cambi d’improvviso direzione per non sprecare quel po’ di fiato per un piccolo saluto!

Tuttavia, ringrazio, con la R maiuscola, mia sorella, che con la Sua presenza riesce a colmare ogni giorno di più il significato della mia vita e allo stesso tempo prego il Signore affinché mi aiuti a capirla sempre meglio.

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.25, 1980

Non è facile esprimere ultima modifica: 1980-06-16T17:40:34+00:00 da Redazione

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