Il papà: È una buona domanda. L’opinione pubblica pensa quasi sempre ai genitori…Le conseguenze della loro esistenza sono grandi anche per i fratelli e le sorelle. È un peccato che lo si ricordi così poco. Si tratta di bambini normali che crescono a contatto con la sofferenza innocente in una età in cui non sono molto preparati per avere della vita una idea completa.
Si tratta di bambini che vengono profondamente segnati da questo contatto, sopratutto perché non possono assolutamente sfogarsi, sono buoni, vedono la pena dei propri genitori, non vogliono aumentarla e tengono per sé le loro sofferenze.
da “Dieu en liberté” di Georges Hourdin (pag. 324-325)
“…Bisognava anche far fronte alla commiserazione altrui, e questa era la cosa più pesante. Spesso non c’è che una soluzione: la fuga. Gli amici che ci sono rimasti sono persone che ci considerano per quel che ognuno di noi è, e non attraverso il prisma deformante di essere catalogato ‘Famiglia di handicappati…'”
Jean Luc – Ombres et Lumière, n.38
Dossier: fratelli e sorelle di persone con disabilità
Gli altri vostri figli, l'hanno accettato?
Perché non mi capisci?
Una realtà esigente
Mia sorella
Non è facile esprimere
Una lettera
La mia vita
- Sullo stesso argomento leggi anche il numero Ombre e Luci n.56 – Fratelli e sorelle: vicini ma non prigionieri
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.25, 1980