Questo articolo fa parte dello Speciale Fede e Luce anatomia di una comunità di incontro.

Abbiamo appena visto, nell’articolo precedente, che la comunità Fede e Luce è una comunità ben specifica, caratterizzata da un certo numero di aspetti particolari. Bisogna ora sottolineare che è una comunità tra le altre, e che in essa si ritrovano tratti comuni ad ogni comunità.
Di incontro in incontro, si creano legami che trasformano la vita quotidiana e permettono alla comunità di meritare questo nome.

All’inizio di un incontro, una madre di famiglia un giorno ha detto: “Aspetto sempre questi momenti con impazienza, più il giorno si avvicina e più ci penso. Sola, a casa, canto i canti imparati insieme; anche il mio lavoro è trasformato all’idea che presto ci ritroveremo. Sono pronta ad uscire fin dal mattino. E quando siamo insieme ho l’impressione che ciò che sognavo da anni è infine diventato possibile.”

Come in ogni comunità, si trovano a Fede e Luce i tre momenti della vita comunitaria:

  1. l’accoglienza
  2. la Celebrazione
  3. la testimonianza.

Notiamo che questi sono anche i tre momenti di ogni incontro (“Vieni, rimani, va’”) e della maternità (concepimento, gestazione, messa al mondo).

1. Accogliere l’altro

…e lasciarsi accogliere da lui. Se n’è già parlato e farò una sola precisazione.

Scrivere una riga, prendere il telefono, bussare ad una porta sono piccoli gesti che permettono di ricordare la data ed il luogo di una riunione in modo meno anonimo di una circolare. Decorare un locale, prevedere compleanni, conoscere i nomi delle persone facilita il contatto e l’unione delle comunità.
Tutto ciò che rende l’accoglienza più piacevole facilita l’incontro dell’altro e la crescita della comunità.

Ma questo sforzo non deve limitarsi a Fede e Luce. Deve essere preceduto e seguito dall’accoglienza di coloro che sono vicini in famiglia, al lavoro e altrove. Se il pomeriggio che passo a Fede e Luce mi rende odioso dal momento in cui rientro in casa, cosa significa l’accoglienza?

L’accoglienza del più povero comincia con l’accoglienza della sorellina ingombrante o dello zio scocciante con cui vivo ogni giorno senza averlo scelto.

2. Celebrare l’altro

Dopo l’accoglienza viene il momento in cui si è presenti l’uno all’altro. Poco a poco si smette di osservarsi a vicenda e si comincia a conoscersi. È il tempo dell’ascolto e della celebrazione. L’altro si rivela a me ed io mi rivelo a lui.
Niente può rimpiazzare nella comunità quei momenti in cui si fa conoscenza mentre si mettono in ordine le sedie, si incollano cartelloni o si accordano le chitarre.

Abbiamo già parlato del modo in cui si svolge un incontro della comunità Fede e Luce. Per una comunità di incontro, i momenti in cui ci si ritrova sono evidentemente essenziali. Ma la loro ricchezza viene anche dalla densità di ciò che è vissuto e condiviso tra un incontro e l’altro.

Si può allora stare in silenzio senza che nessuno dica “un angelo passa”. Il silenzio non fa più paura. Diventa comunione al di là delle parole. E ciò che è accaduto quando Eric, che ha 12 anni, è venuto da noi l’altro giorno. Eric non parla, non si muove… che cosa dire? Siamo rimasti in silenzio assieme. E poi dopo un attimo abbiamo cantato “Écoute…”

Celebrare l’altro è osare fare silenzio insieme a lui.

3. Testimoniare l’altro

Mi ricordo una conversazione avuta con una mamma preoccupata all’idea che sua figlia “frequentasse gli anormali”. Testimoniare l’altro è contribuire a far sparire poco a poco dai nostri quartieri frasi come “Bambini così bisognerebbe tenerli a casa”, oppure “ah questi bambini, siamo noi che paghiamo per loro”.

La testimonianza può includere l’azione politica o sociale. Ma è una testimonianza di altro genere ed è importante non confondere le due cose.

Per Fede e Luce, testimoniare l’altro non significa sostituirsi allo Stato e alla sua politica sociale. Si tratta di affermare con le nostre parole e più ancora con i nostri atteggiamenti, la nostra fede nell’altro al di là di ciò che appare di lui. Si tratta di dire in ogni momento che l’altro è più bello di quello che io vedo di lui.

Luis Sankalé, 1980

– Leggi il prossimo articolo dello speciale: 5. Crescere insieme – Guidare una comunità fede e luce: principi e pratica

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.24, 1980

4. La vita comunitaria – Costruire “comunità”: i tre pilastri di fede e luce ultima modifica: 1980-03-16T18:18:34+00:00 da Luis Sankalé

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