Dall’Italia
A Cuneo
Sono certa che tutte le mamme come me sentono cosa si prova nel rispondere alla domanda di un parente o conoscente “Dov’è Carla?” e poter rispondere: “È a Cuneo, con i suoi amici”.
Fino all’età di 24 anni, Carla non si era mai allontanata da me ma non perché volevo tenerle in una campana di vetro, ma perché non mi si dava la possibilità di farlo; ma ecco che Fede e Luce me la offre con tanta spontaneità, amore, altruismo, e Carla prende il volo ogni volta che ne capita l’occasione dicendo “Senza mamma pero!”.
Già da tempo avrei voluto esprimere questa mia gioia, ma essendo mia figlia una ragazza non grave (ora ha 27 anni) mi consideravo una mamma fortunata o privilegiata nei confronti di altri genitori ed alcuni coetanei di Carla.
Ma ora ho capito che questo naturale riserbo (come dice la mamma di R.) è superato sia da me che dagli amici, perché grazie ad una giusta presa di coscienza, una buona maturazione spirituale e un’ottima organizzazione da parte di tutti i componenti di Fede e Luce, ora tutti i nostri ragazzi possono partecipare a feste, incontri, campeggi, pellegrinaggi
Fausta Guglielmi
Amare… così!
Ho sempre ammirato chi ha il coraggio di descrivere con semplicità le proprie sensazioni, la propria vita e vorrei che “INSIEME’ continuasse ad avere questo carattere di spontaneità e semplicità.
Proprio le persone più semplici mi hanno fatto scoprire e mi aiutano ancora oggi a riconoscere i veri valori della vita.
Proprio noi di Fede e Luce che vogliamo essere piccoli tra i piccoli, non dobbiamo giudicare chi apparentemente può sembrare piccolo ma che ha in sé forse quella “sapienza” che è troppo grande per essere compresa da tutti.
“Insieme!” riuscirà ad essere sempre più bello se continuerà ad essere un giornale famigliare; non si abbia paura quindi di pubblicare la vita e l’amore di chi sa con parole che vanno dritte al più profondo di noi stessi e che ci scombussolano, raccontare le propri esperienze e nello stesso tempo sa far capire che non solo l’handicappato va rispettato ma che ogni persona va amata per quello che è e se non proprio amata, accettata e non giudicata.
Francesca Biondi
Fede e Luce
Mi sono messa in contatto con Fede e Luce da alcuni mesi per curiosità, spinta da una volontà di ricerca che è stimolo costante le mie scelte.
Per ora posso dire di riuscire a cogliere in tutti quelli che ho conosciuto, soprattutto negli handicappati, un valore per me essenziale: la massima uguaglianza e la massima diversità delle persone che si incontrano nel vincolo di un’unica solidarietà umana.
Ho la sensazione che Fede e Luce sia un movimento destinato ad allargarsi a macchia d’olio perché è in movimento e provoca movimento. Chi infatti si ribella contro facili schemi e crede profondamente nel valore della vita e della persona umana, scatena un movimento, cioè un forte sentimento di amore universale.
Donatella De Petris
Insieme
Cari amici,
colgo l’invito di Olga Gammarelli e riprendo l’argomento della sua lettera.
Ammetto di aver provato anch’io, alla prima lettura del n.°20 di Insieme un senso di malessere, che però mi ha fatto riflettere a lungo, con risultati benefici e positivi.
Voglio comunicarvi queste mie riflessioni e voi le giudicherete.
Il n.20 è stato dedicato ai bambini profondamente handicappati ed è ovvie che a loro doveva essere riservata la maggior parte dello spazio.
Non dobbiamo dimenticare che “Insieme” è diverso dagli altri giornali: non è – non sarà – non dovrà mai essere scritto con la mente, ma con il cuore. Il linguaggio del cuore è qualcosa che ognuno deve interpretare da sé, secondo la propria sensibilità. La madre del bambino profondamente handicappato ha bisogno di comunicare più di ogni altra – per sé e per lui – le sue angosce, le sue pene, le sue fatiche fisiche e morali. Non è egoismo rifiutarsi di darle ascolto?
E infine, che vuol dire “Insieme”? Indubbiamente, scambiarci notizie utili ai nostri ragazzi, vivere tutti uniti momenti di gioia e di preghiera, dare informazioni sulla vita e sulle attività dei singoli gruppi, ma anche e soprattutto — partecipare ognuno di noi al dolore dell’altro, dargli la possibilità di parlare di questo dolore quando il calice ne è troppo colmo e sta per traboccare.
L’esperienza di una vita, che ormai è più vicina alla fine che non al principio, mi ha insegnato questo: le amicizie con la A maiuscola, i veri affetti che consolano e riportano – sia pure tra le lacrime – il sorriso sulle labbra, nascono solo attraverso il dolore fraternamente condiviso, attraverso il dono di una parte, anche minuscola di noi stessi a chi ne ha bisogno.
Affettuosamente vi saluto.
Laura Marazio
Oh bambino, tu che uscito dalla viscere di una donna,
Che ti amerà per sempre,
Che ti ha dato la prima consapevolezza della vita
E la possibilità di sopravvivere col suo latte materno,
Ascoltami:
Non essere orgoglioso
E non farti un vanto di ciò che potrai raggiungere
Di bello e buono nella vita.
È stato “Qualcuno” più grande di te
A donarti questo potere.
Guardati intorno,
Ringrazia dei doni ricevuti
E non rifiutare coloro che hanno ricevuto meno di te.
Sono anch’essi figli di Dio:
Sono i tuoi fratelli.
Luigi Raffaghello
Dall’estero
Francia
Mi ha fatto molto piacere “scoprire” Fede e Luce. Questo primo incontro con persone handicappate mentalmente mi ha sconvolto. Venendo, non sapevo bene come avrei reagito. Conoscevo Fede e Luce solo attraverso quello che voi mi avevate raccontato in Rwanda. Sono stata sedotta da questo spirito di infanzia, questa semplicità e questa gioia profonda che regnano tra voi e soprattutto dalla presenza della Vergine Maria.
L’ho trovata presente in modo particolare, e ciò è sempre causa di Gioia e certezza della presenza dello Spirito Santo, perché “quando lo Spirito trova Maria in un’anima, vi si precipita”. È difficile esprimere tutto quello che ho ricevuto da questa settimana trascorsa con voi e a Loreto, ma il mio cuore trabocca di riconoscenza.
Anne Da
Polonia
Che il Cristo resuscitato porti la Sua pace e la Sua gioia a Fede e Luce di Roma, di tutta Italia, a tutti gli amici che ho conosciuto e amato durante i 5 meravigliosi giorni passati con voi a Roma.
Abbiamo pregato per tutti voi a Czestochowa… Il breve soggiorno del Padre André (P.Roberti del Belgio) fu una grande grazia per noi, lo sento. Qui a Wroclaw è stata una speranza per i genitori, soprattutto i più anziani e i più stanchi. Può darsi anche un nuovo punto di vista per la Chiesa locale e per i giovani…
Tereza Breza
Israele
L’ultimo giornale che ho ricevuto mi è sembrato molto buono. È il numero sui più gravi. Penso che potrebbe fare un gran bene a molte persone e sto riflettendo su come farlo conoscere. Forse con l’aiuto di qualche Congregazione italiana dato che c’è il problema della lingua. Vi farò sapere e… grazie ancora.
Una suora del Nazareth da Haifa
Giappone
Dopo il mio ritorno ho iniziato a pensare in modo concreto alla creazione di un foyer nella mia città, Niigata… Ho trovato dei collaboratori pronti a condividere la loro vita con alcuni dei miei amici handicappati, molto colpiti nel fisico…
Abbiamo avuto molti problemi e ogni giorno ne incontriamo dei nuovi. Fra gli altri, il problema dei genitori che non accettano facilmente che il proprio figlio tenti l’avventura con noi.
Anche le autorità cittadine mi hanno invitato a desistere dal mio progetto. Per fortuna, gli interessati – tutti adulti – hanno pienamente fiducia.
Vi annuncio tutto questo con molta gioia: cercheremo di vivere nello spirito di aiuto e comprensione reciproca che ho incontrato da voi, al Toit e nelle altre comunità in Belgio e Francia.
Fraternamente in Gesù,
Henri Huysegons
Africa
Come alcuni di voi già sanno, Georges, Maria Grazia ed io, insieme ad altri amici francesi, abbiamo trascorso la Pasqua in Rwanda, alla Casa della Vergine dei Poveri di Gatagara, la “Colline degli uomini in piedi”. Si tratta di un centro creato circa 20 anni fà da un sacerdote belga, che accoglie, cura e restituisce alla Vita bambini in massima parte colpiti dalla poliomelite.
Spiegare la vita, le mille attività di Catagara non è facile; dire lo spirito che la anima, lo è ancor meno: è la beatitudine dei piccoli, dei poveri, e si viene contagiati dalla gioia, il coraggio, la fede di quanti – piccoli e grandi — collaborano alla vita di Gatagara.
Siamo partiti in trasportando però con noi, nel cuore, tutti gli amici di Fede e Luce. E l’ultima sera, alla fine della festa di addio; abbiamo ricevuto questa lettera che è un po’ anche per ognuno di voi.
Cari amici,
in questo ultimo giorno della vostra partenza, vorremmo dirvi tante cose che ci riempiono il cuore. Ma non è possibile perché il tempo corre via. Sappiate soltanto che prima del vostro arrivo, eravamo pronti ad accogliere degli stranieri. Non sono venuti, e al loro posto sono arrivati dei grandi fratelli e sorelle. Fratelli e sorelle che sanno esser felici della gioia che ritrovano negli altri, che sanno esser felici della gioia che essi donano.
Ci siamo incontrati all’incrocio della strada ed abbiamo fatto un pezzo di cammino insieme. Avete condiviso tutto con noi: le nostre grandi gioie e le nostre piccole miserie. Il tempo ci è parso corto; ma il cammino percorso è stato lungo.
Il cammino percorso è stato lungo perché ci ha permesso di scoprire tramite voi, la Francia e l’Italia giovani, di questa vera giovinezza che è la giovinezza del cuore. Da parte nostra direte a tutti i francesi e gli italiani, quelli che assomigliano a voi, che li amiamo già come amici.
Dite ai nostri fratelli handicappati di Francia e a quelli di Fede e Luce che noi ci uniamo a loro per ringraziare il Signore per aver fatto di noi i depositari della Speranza.
Voi partite; vi auguriamo buon ritorno con il cuore sereno, perché sappiamo che non è che un arrivederci.
Bene a voi!
I Bambini de “La Collina degli uomini in piedi”
Bertrand de Courville
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.22, 1979