In questo numero parleremo insieme di quei bambini che, pur resi fragili da un handicap, sono capaci di esprimere in qualche modo la loro volontà. Per quanto piccola sia l’espressione di questa volontà, è doveroso riconoscerla e rispettarla
Di fronte a questi bambini si impone una domanda: è sufficiente amarli?
Ci sembra di no; a meno che l’amore per loro già così vigilante e previdente da indurirci tutti – genitori, educatori, amici – a non perdere tempo prezioso nella presa di coscienza di chi è il bimbo da aiutare: non compatire, non piangere, non darsi per vinti, non confrontare sterilmente, non super-proteggere ma, con coraggio, con senso della realtà, intraprendere con l’aiuto di persone competenti il cammino con lui verso la sua più grande autonomia:
- fin dove potrà, certo;
- secondo il suo ritmo, senza fretta;
- con serenità, per quanto è possibile;
- esigendo da lui tutto quanto è per il suo bene:
difendendolo dall’emarginazione, con tutte le nostre forze; facendogli prendere coscienza, con tutta la delicatezza e la tenerezza possibile, che un handicap esiste in lui, e che forse ci sarà per tutta la vita. Ma che con quell’handicap è una persona in tutta la sua dignità e come persona è capace di crescere e di offrire agli altri il frutto della sua fioritura.
Che il Signore ci aiuti sempre a non scoraggiarci in questa strada che è difficile, dura e, a volte, piena di punti di domanda; e soprattutto ci dia la forza per essere fedeli nel sostenere – per quanto a ciascuno è possibile – i genitori, nel non lasciarli soli in un compito che “da soli” difficilmente possono portare avanti.
Mariangela Bertolini, 1979
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
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Questo articolo è tratto da:
Insieme n.21, 1979