Il covid ha rallentato sicuramente le esperienze delle serate in pizzeria di piccoli gruppi o intere comunità, lasciando ancora oggi preoccupazioni, per qualcuno, nel ritrovarsi in luoghi affollati. La nostra comunità è da tempo che non vive una serata in pizzeria o al ristorante o festeggiare un compleanno fuori, insomma, questo tipo di esperienza che esce dai canoni dei nostri incontri.
Penso che le esperienze vissute sinora come comunità e che viviamo e vivono tutte le nostre realtà, siano quelle di regalare, non tanto ai nostri ragazzi ma più ai nostri genitori, un momento di normalità: «anch’io posso andare a mangiare una pizza con mio figlio, con mia figlia insieme ai miei amici!». Sottolineo genitori perché spesso sono oppressi dal giudizio altrui e dagli atteggiamenti di pietismo che la società rivolge loro e la possibilità di condividere un’uscita insieme alla comunità aiuta a superare queste barriere imposte.
Certo le difficoltà ci sono e di tanti tipi, in primis le esigenze dei ragazzi e poi nel trovare locali giusti per una facile accessibilità, una buona accoglienza e magari che non ci sia riservato un tavolo in una zona troppo appartata del locale… isolati, anche se spesso siamo in tanti.
L’esperienza vissuta dalla nostra comunità è sempre stata positiva, siamo stati sempre bene accolti, il luogo confortevole, ben serviti. La bellezza che si è sempre respirata è essere comunque noi stessi, quindi portare il nostro “far caciara”, la nostra allegria in luoghi frequentati da altre persone integrandoci e, a volte, essere coinvolgenti. In serate così torniamo tutti alle nostre case contenti, felici dell’essere stati bene insieme, divertiti e inconsapevolmente testimoni nei confronti di una società nel far sapere che possiamo essere gli amici della porta accanto, che viviamo la nostra normalità di esseri umani.