Dopo il pellegrinaggio a Roma, i rappresentanti di 12 paesi si sono riuniti a Versailles dal 10 al 12 gennaio per mettere in comune l’esperienza vissuta a Roma e meditare sul futuro di Fede e Luce.
L’Italia era rappresentata da due mamme di Roma, un’amica di Parma e un sacerdote pure di Parma.
Abbiamo inviato ai responsabili di ogni comunità Fede e Luce il resoconto completo della riunione. Qui, accanto ai saluti affettuosi e cordiali e un grazie sentito da parte degli amici stranieri a tutti i fratelli italiani e romani, vi offriamo alcune frasi tolte dal discorso che Jean Vanier ha pronunciato in chiusura della riunione.
Lourdes 1971 è stata un’ispirazione della Vergine per cominciare ed incoraggiare mettersi in cammino. Roma è stata la consacrazione di Fede e Luce da parte della Chiesa,
La persona handicappata ci offre e ci dà molto, ci rivela la nostra normalità egoista e la nostra incapacità a vivere secondo il cuore e l’amore. L’handicappato ha un messaggio da offrire al mondo e alla Chiesa.
L’amore dà la vita. La politicizzazione si estende come una piovra nel mondo attuale, provocando la chiusura di centri, portando con sè la lotta di classe e l’aggressività più che l’amore. Fede e Luce deve apparire come il segno di altra cosa; di una riconciliazione fra ricchi e poveri attorno alla persona handicappata, partendo dall’amore e non dalla lotta. Se, come ha detto Paolo VI, il povero è veramente al cuore della Chiesa, e se noi prendiamo queste parole alle lettera, molte cose cambieranno.
Un punto fondamentale : chi è rifiutato porta nel suo essere i semi della salvezza. Lui può guarire l’egoismo delle persone che si credono normali.
Non è forse lo stesso rifiuto che ha vissuto Gesù? Lui, che è stato rifiutato, ci ha salvato.
Fede e Luce dice che chi è rifiutato può divenire fonte di salvezza, di unità e di pace (questo è il principio di Fede e Luce). E fonte di salvezza perché ci trasforma. Colui che è rifiutato cambierà il nostro cuore. Egli ci porta un messaggio e anche la gioia. Ci fa scoprire un nuovo senso della vita non nell’azione politica ma nell’incontro, nell’impegno comunitario gli uni rispetto agli altri; la comunione dei cuori e la compassione.
Per Fede e Luce non si tratta di fare dell’handicappato un essere normale (anche se si cerca di fare di tutto perché progredisca), ma si tratta di dire che c’è in lui qualcosa che possiedono solo coloro che hanno un cuore di povero: una presenza di Dio.
Ecco ciò che è nuovo da vivere e che è al cuore del Vangelo.
– Jean Vanier, 1976
Nulla somiglia a Cristo più dell’innocenza che soffre… – Emmanuel Mounier
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.8, 1976