Lo scopo principale di questo incontro è quello di permettere a tutti noi, qualunque sia il nostro hendicap, di vivere un momento intonco di preghiera e di gioia, durante il quale potremo scoprire l’amore e la speranza che Gesù ci offre, nella Sua Chiesa.
Questo pellegrinaggio, se da una parte deve essere un aiuto per la fede dei genitori e dei loro figlioli handicappati, dall’altra deve esserlo anche per tutta la Chiesa. Essa infatti deve continuamente riscoprire il posto privilegiato del più piccolo e del più debole, quale oe lo ha rivelato Gesù.
Il pellegrinaggio deve significare che gli handicappati sono “a casa loro” nella Chiesa. Qualunque sia la loro condizione, nulla può impedire a Dio di comunicare a ciascuno lo Spirito Santo.
Fratelli in Gesù, essi devono essere riconosciuti come tali – ciascuno con la sua particolare missione e accolti nel cuore di tutte le nostre comunità: parrocchie, gmppi, movimenti ecc.
In questo spirito, il pellegrinaggio sarà una testimonianza autentica della Chiesa in un mondo senza gioia e indurito dal materialismo.
Rinnovarsi e riconciliarsi costituisce l’essenziale di questa iniziativa. Dio solo può cambiare il nostro cuore di pietra in cuore di carne, purchè glielo chiediamo con fiducia e senza stancarci.
La Sua tenerezza ci permetterà di riconciliarci con noi stessi, con la vita, le difficoltà, le pene, con tutti quelli che ci circondano, che abbiamo offeso, o che ci hanno offeso.
Il pellegrinaggio non è fine a sè stesso.
L’incontro della riconciliazione non deve essere un fuoco di paglia che lascerebbe gli handicappati e le Foro famiglie in una solitu- dine ancora più grande.
Questo richiederà perciò che le comunità createsi in occasione dAcl pellegrinaggio continuino a vivere per approfondire i nuovi legami d’amicizia c testimoniare così la buona novella che Gesù ancora oggi ci porta.
Nella Fede e nella Luce.
Questo articolo è tratto da:
Insieme n.6, 1975