Sì, perché così i fatti della nostra vita rivelano a noi stessi la realtà di ciascuno. Nessuno, nella propria fragilità, può bastare a se stesso e ciascuno ha bisogno di un “altro”. Finchè resistiamo a questa potente verità, la vita di ciascuno non potrà mai fiorire e crescere, come è fiorita e cresciuta la vita di Angelo e Rosa.
Dopo qualche mese capisco un altro aspetto: riesco a cogliere la vita di Angelo e Rosa non solo dal tanto bene che ci siamo raccontati, ma anche dal “mistero” che li avvolge. È il segreto di una vita, l’uno per l’altra, dal quale continuamente attingiamo fatti, parole, situazioni che riempiono i nostri ricordi. Quel “segreto”, quel “mistero”, che continuamente si svela è il tesoro che Angelo e Rosa lasciano ai loro familiari, alla nostra comunità parrocchiale e a Fede e Luce qui a Conselve nei Raggi di Sole e in tutto il Movimento Internazionale.
A partire da questo “segreto” acquistano senso anche altri miei ricordi: le confessioni ogni volta vissute con gli spazi di religioso silenzio e le sue domande su Dio; il saluto a mamma che sempre gli chiedevo di portarle con la sua risposta che rivelava un vissuto da figlio; il saluto affettuoso e personale che dava a me e a tutti quando passava, accompagnato, davanti al patronato o con il suo giretto al bar interno; lo straordinario dialogo tra Angelo e Matteo quando cominciavano a discutere e viaggiavano, nel discorso, con parole e frasi che solo loro due avevano il potere di comprendere e di condividere. Vite meravigliose!
Quel “segreto”, quel “mistero” non è finito. È sempre in atto, e sempre si svela, per la certezza di fede che “noi siamo nati per non morire mai più” e la nostra vita è “nascosta” con Cristo in Dio Padre.
Padre Fabio, 2018
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.144, 2018