Personalmente mi sono anche messa a studiare inglese che era relegato ai miei anni ginnasiali, per non essere del tutto sprovveduta.
Della provincia Un Fiume di Pace sono venuti in Libano Suor Camelia della Galilea, ma libanese d’origine, e don Mauro. Si è aggregata al nostro viaggio Marcella di Mari e Vulcani, anche se ormai è di Un Fiume di Pace abitando ad Arona.
Il primo impatto con l’esperienza è stato l’incontro con gli spagnoli ed i francesi all’aeroporto. Parlavamo lingue diverse ma già i cuori battevano insieme aiutati dai canti e dai gesti.
E l’equipe dei libanesi che ci ha condotto nell’evento è stata eccezionale: due anni di preparazione di un gruppo in cui moltissimi giovani, hanno premiato i loro sforzi. Tutto era preparato con molta cura: i luoghi, gli spostamenti, il lavoro, le feste, la terrazza per la chiacchera informale, piccoli doni che segnavano le tappe, i momenti ed i luoghi di preghiera. Il tutto condito dalla gioia e il calore dell’accoglienza. Che è esplosa la domenica dove ci siamo incontrati con le comunità libanesi a Beirut: più di 1500 persone con cui abbiamo pregato, celebrando la messa con il Vescovo ed il Saluto del Presidente libanese e ballato.
La nostra delegazione con Suor Camelia comprendeva anche l’arabo e il libanese e ci spiegava piccole sfumature altrimenti perse.
Più di 250 delegati da tutto il mondo: quando la prima sera si sono collocate le province sulla cartina veramente si è visto che Fede e Luce è universale.
E subito la consapevolezza che tutto questo non poteva essere opera nostra ma di Qualcun Altro.
La struttura della giornata lo diceva chiaramente. La mattina alle 7.15 c’erano quattro momenti di preghiera differenti tra cui scegliere, Messa, Preghiera di Taize e due meditazioni. Dopo colazione iniziavano i lavori sui documenti, la relazione del Presidente e di Ghislain du Chene, (coordinatore internazionale uscente), il discernimento dei candidati che dovevano essere eletti, ma il tutto cadenzato da canti e preghiere nelle varie lingue.
Lo Spirito era invocato e sempre più presente e le barriere linguistiche venivano superate dalle traduzioni di Pietro, Lucia e Camelia, ma anche da uno spirito di fraterna comunione che consentiva di conoscerci.
Molto bello il processo di discernimento dei candidati condotto dagli italiani insieme. Abbiamo ascoltato, ci siamo posti delle domande, siamo andati a chiedere approfondimenti a Maria Silvia e a Joseph, ma anche a Raul per capire su chi dovevamo dirigere il voto.
Le votazioni sono state un momento faticoso ma molto intenso. I coordinatori dovevano porre uno alla volta il nome sulla scheda e depositarlo. Il clima era di preghiera.
Ho sentito una cosa in Libano che va al cuore della responsabilità in Fede e Luce. La gratuità che è della responsabilità in Fede e Luce è strettamente legata alla croce di Cristo. Ma è quello che muove anche l’equipe internazionale.
Questo mistero me lo porto da capire ed assaporare durante l’estate. Lo abbiamo vissuto in maniera intensa dopo le elezioni con il rito della lavanda dei piedi in cui ho lavato i piedi a Raul e lui mi ha benedetto.
È stato un segno concreto del legame che c’è tra le responsabilità e che veramente siamo al servizio gli uni degli altri. E dove non arriviamo in opere arriva la preghiera che sostiene il fratello, che ora sono le persone che ho conosciuto, con cui ho pregato, mangiato, ballato, non più solo dei nomi.
Naturalmente dopo le elezioni, la festa ed è stata gioia pura. I giorni seguenti il lavoro è continuato con il confronto con Luterani, Anglicani, Chiesa Cattolica Maronita e visite al Santuario di San Charbel e alla città di Byblos.
E attraverso queste attività si univano i legami tra Provincie della stessa area, Italia, Croazia, Slovenia e Svizzera, ma anche con altri. In particolare ho avuto modo di incrociarmi con la comunità francese Notre-Dame des Neiges di Briancon con cui abbiamo organizzato un incontro a Torino il 14 Ottobre.
Ma uno spazio particolare ha avuto l’incontro con i siriani. Un Fiume di Pace accanto ai pellegrinaggi per prepararsi al Libano aveva raccolto i fondi per sostenere la loro popolazione. Attraverso il consiglio internazionale i fondi sosterranno la ripresa dei campi di Fede e Luce in quella terra. Ho scelto che i nostri fondi andassero insieme agli altri per arrivare più efficacemente. Abbiamo delle fotografie con la delegazione siriana che continuava a dirci che non è come raccontano i media, che l’informazione è distorta, che non è una guerra religiosa. Ma non abbiamo potuto approfondire perché il dialogo siriano-italiano è molto difficile a livello linguistico. Sguardi e sorrisi restano nel cuore.
Ho un grazie particolare da fare ai miei compagni di viaggio. A tutta le delegazione italiana Pietro, Francesco, Maria di Cipro, Mauro, Larissa e Igor, Marcella e Enzo e a suor Camelia con cui ho condiviso stanza e quotidianità. Ma un grazie speciale va a Lucia Casella che in Libano finisce il suo compito di vice coordinatore internazionale dopo 10 lunghi anni (Angela Grassi subentrerà al suo ruolo). Preziosissima in Libano e preziosissima nella mia storia di responsabilità in Fede e Luce. Senza il suo sguardo attento non avrei mai vissuto un’esperienza così forte come Libano 2018 per cui sono testimone che lo Spirito Santo c’è a Fede e Luce e soffia.
Liliana Ghiringhelli, 2018
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.143, 2015