L’accessibilità della rete è senz’altro uno degli elementi che la rende uno strumento molto utilizzato da tante persone. Essere connessi potenzialmente con il mondo intero, rappresenta una forte attrattiva per quanti cercano nuovi contatti. Come ci ricorda Antonietta, c’è bisogno di equilibrio e di alcune accortezze non sempre scontate. Roberta Speziale e Daniela Cannistraci dell’ANFFAS ci raccontano un percorso di autonomia e sicurezza pensato con le persone con disabilità mentale per rendere più consapevole la navigazione in rete.

SafeSurfing è un progetto promosso da Inclusion Europe, associazione di persone con disabilità intellettiva europea a cui Anffas Onlus aderisce, che ha visto la collaborazione di quattro associazioni europee di Italia, Spagna, Inghilterra, Polonia (rispettivamente Anffas Onlus, Plena Inclusion, Mencap, PSOUU) e che ha avuto come obiettivo la formazione delle persone con disabilità intellettiva in materia di protezione dei dati sul Web.

La prima fase del progetto si è svolta online: tramite i profili social delle associazioni coinvolte sono state postate cinque domande relative all’uso del web da parte delle persone con disabilità intellettive per capire i principali rischi del web e le principali aree di cui occuparsi in tale ambito. Le domande sono state uguali per tutte le associazioni ma naturalmente tradotte nelle diverse lingue.

Successivamente ogni associazione ha realizzato un proprio video – interpretati tutti da persone con disabilità intellettive – su un tema diverso attinente anche alle risposte ricevute sui social. I temi dei video sono stati:

  1. Usare internet in modo sicuro
  2. Cose che dovete sapere su internet
  3. Dispositivi mobili: opportunità e pericoli
  4. Proteggersi su Facebook
  5. Quali informazioni condividere online?

Anffas in particolare ha realizzato un video concernente l’uso consapevole dei cellulari, dei tablet e degli smartphone, spaziando dall’acquisto all’uso consapevole di applicazioni come Instagram, fino alla condivisione della propria posizione e/o del proprio numero di telefono.

Successivamente sono stati realizzati dei seminari interattivi su internet (webinar) sugli argomenti dei video a cui hanno preso parte oltre 1000 persone con disabilità intellettive, operatori e familiari.

Può raccontarci un incontro tipo dei webinair?
Prima di ogni seminario, i formatori hanno inviato ai partecipanti iscritti del materiale informativo per descrivere gli argomenti del webinar, la modalità di svolgimento, le modalità di accesso alla piattaforma di formazione a distanza, il link al video oggetto del webinar e alcune domande per valutare la comprensione delle informazioni del materiale informativo inviato.
Durante il webinar i partecipanti hanno potuto fare domande in diretta ai formatori – è stato poi inviato ai partecipanti un documento con le slide del corso e un riassunto dei temi trattati.

Adesso i seminari sono terminati: qual è il bilancio?
Ottimo: abbiamo avuto dei riscontri positivi da tutte le persone che hanno partecipato che hanno modificato le loro abitudini sui social, ad esempio, prestando molta più attenzione alla diffusione dei dati personali e delle loro immagini. Molti di loro, infatti, non sapevano che una volta postata una foto su Facebook o comunque messa online, questa resta su internet per sempre.
Siamo anche riusciti a sensibilizzare le persone vicine alle persone con disabilità intellettive relativamente all’uso che queste fanno del web, ai problemi come cyberbullismo e simili e più in generale ai pericoli del web, tanto che molti che non avevano preso parte ai webinar hanno chiesto di poter comunque ricevere i materiali.

Pensa saranno ripresi? Avete la percezione che possano continuare ad essere utili?
Al momento il progetto è chiuso e non sappiamo se Inclusion Europe ha in programma di fare una seconda edizione con associazioni di altri paesi europei ma comunque i video sono sempre disponibili sul nostro sito – www.anffas.net – e sul nostro canale Youtube – https://www.youtube.com/user/AnffasOnlus – e sono sempre attuali e sempre utili. Il mondo del web è ormai parte integrante delle nostre vite ed è importante sapere come utilizzarlo al meglio capendo che pur offrendo infinite possibilità di conoscenze e informazioni, è anche fonte di pericoli, di incognite e di episodi e contatti indesiderati.
Ci sono stati dei criteri per scegliere i partecipanti? Dove si sono svolti?
Non ci sono stati criteri di scelta: è stata inviata una comunicazione alle nostre Associazioni locali invitando gli interessati ad iscriversi ai webinar e vi hanno partecipato da tutta Italia: Friuli, Sicilia, Campania, Liguria, ecc.

In quanti hanno partecipato?
I webinar hanno coinvolto oltre 1.000 persone.
In un articolo del Corriere di un anno fa circa un vostra collaboratrice evidenziava: “Alcuni ragazzi ci hanno raccontato di aver subito episodi di bullismo e discriminazione a causa della propria disabilità e così abbiamo pensato di promuovere iniziative per rafforzare la loro autostima e favorire la loro integrazione nel gruppo (spiega Simona Pennacchia, neuropsichiatra infantile di Anffas Ostia). Siamo partiti da cose all’apparenza banali ma importanti per un adolescente, come la scelta del vestito adatto, l’abbinamento dei colori, il trucco. Vengono poi approfonditi aspetti emotivi e relazionali, per esempio come valorizzare i rapporti veri, vivere le proprie emozioni, la propria sessualità, un corpo che cambia; e ancora: come prendere confidenza coi mezzi pubblici e acquisire il senso del denaro. Tutti aspetti (conclude Pennacchia) che possono favorire l’autonomia e l’inclusione nella comunità».

Le iniziative di cui si parla qui sono diverse da quelle del progetto? Constatiamo tra quanti conosciamo che c’è un grande bisogno di affrontare questi argomenti, anche partendo dallo spunto del personale utilizzo della rete…ci sarà modo di affrontarli ancora?
Tutti i progetti che realizza Anffas sono volti ovviamente alla tutela delle persone con disabilità in ogni ambito della vita, compresi quelli legati alle nuove tecnologie, e allo stesso tempo hanno come obiettivo anche la promozione dell’indipendenza, dell’autonomia e dell’Autorappresentanza, fattori fondamentali per il futuro delle persone con disabilità ed in particolare per le persone con disabilità intellettive.

Autorappresentanza infatti vuol dire che le persone con disabilità intellettive parlano in prima persona e spiegano in prima persona quali sono i loro problemi, quali le loro necessità e quali le soluzioni adatte per far rispettare i propri diritti di cittadini italiani.

Anffas sta lavorando molto per l’Autorappresentanza e grazie al recente progetto “Io, Cittadino!”, è nato “Io cittadino! Piattaforma Italiana Autorappresentanti In Movimento” il primo movimento degli autorappresentanti italiani ricevuta anche dal presidente della repubblica Mattarella e aderente all’EPSA, la European Platform of Self-Advocates.

Tramite la Piattaforma sarà possibile portare all’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni, degli stakeholder, delle famiglie e degli operatori tutte reali questioni che interessano le persone con disabilità intellettive e/o relazionali che riguardano più ambiti di quanti possiamo pensare.

Roberta Speziale (psicologa, responsabile area advocacy, relazioni istituzionali e comunicazione Anffas Onlus) e Daniela Cannistraci (area advocacy, relazioni istituzionali e comunicazione Anffas Onlus), 2017

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.139


Safesurfing: Navigare nella rete in sicurezza ultima modifica: 2017-09-06T10:35:44+00:00 da Redazione

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