Una mamma, ad un seminario sul Dopo di noi organizzato dalla CEI con il settore della catechesi nella disabilità, condivideva la sua preoccupazione per il futuro della figlia.
Ad un anno dall’approvazione del Dopo di noi, in questo numero cominciamo a parlarne cercando risposte alle varie perplessità che la legge ci pone. Quella mamma sottolineava che lo Stato interviene, sì, ma come finanziatore insufficiente. Non voleva certo censurare i tanti interventi privatistici auspicati dalla legge… ma, si domandava, dove le risorse non ci sono, cosa accade?
E rifletteva sull’inclusione, come di una dimensione che va oltre la famiglia, che lo Stato deve cercare di garantire (dalla 328 /2000) e con esso anche altre realtà che agiscono nel sociale, Chiesa compresa.
Quella mamma aggiungeva “…posso essere ricchissima e fare un trust bellissimo per mia figlia… ma mia figlia vivrà da sola, non posso imporre di accoglierla nella società. Questa accoglienza si costruisce….”. L’accoglienza è necessaria premessa ad ogni inclusione.
Tanto ci sta a cuore ma è spesso difficile da realizzare… Proviamo ad allargare lo sguardo, dove la nostra volontà sostanziale di accoglienza è messa alla prova con l’arrivo dei migranti.
Un tentativo di confronto, denso di significato, tra diverse fragilità si è realizzato quando un gruppo di persone con disabilità de L’Aquila, Comunità 24luglio, ha conosciuto alcuni immigrati accolti in quattro piccoli paesi italiani. Hanno così realizzato un documentario alla fine del quale esprimono quanto sia necessario continuare a fare domande per conoscere meglio le loro esperienze.
Rispetto ai migranti, ci siamo chiesti anche se ci fossero persone con una disabilità tra quanti arrivano in fuga, via mare o via terra…oppure se restano a casa, costretti per forza di cose. Le ragazze in copertina sono le prime ad aver dato risposta alle nostre domande: Nujeen e sua sorella Nasrine, arrivate dalla Siria fino alla Germania proprio nel modo che vedete in foto e descritto in un libro che abbiamo recensito. Non ci sono dubbi: se c’è una strada di salvezza…ogni essere umano prova a percorrerla. Non stanchiamoci di far domande e costruiamo l’accoglienza.
Cristina Tersigni, 2017
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.138