Spesso si dice “il vero valore di ciò che si ha lo si capisce nel momento in cui lo si perde”.
Nella mia vita fortunatamente non è così: ho imparato, e ogni giorno devo ri-imparare, a riconoscere il valore di quello che mi è dato e chiedo che ogni giorno mi sia ridonato: Beniamino, un regalo immenso che ci è stato messo a fianco e che non può fare altro che sconvolgere positivamente e totalmente la nostra vita.
Quegli occhi vedono le cose in modo diverso, percepiscono le cose in modo diverso e tu, immedesimandoti, cresci con lui, soffri con lui, e impari a domandare con lui, anche se il più delle volte ti senti quasi “non all’altezza”.
La cosa difficile e dolorosa è quando le persone non si accorgono del grande dono che lui è, che non riconoscono il valore immenso di lui, di queste persone, che hanno una ricchezza come forse nessun altro ha. Questo a volte suscita rabbia… ma poi anche questo sentimento lo affidi e ringrazi il Signore per averti donato Beniamino (Bengy, per noi), che ti fa vedere la vita con occhi diversi, con occhi migliori..
Non è sempre facile accettare e soprattutto rispettare il limite dell’altro, ma avere Bengy in casa è una palestra per i rapporti fuori!
Ti insegna ad avere pazienza e voler bene, ma non grazie a uno sforzo tuo, semplicemente perché capisci che solo così sei contento! È anche un aiuto a non farsi sfuggire l’essenziale nella vita!
Se usato come termine di paragone permette di lasciare da parte pregiudizi, pretese, inutili risentimenti, ecc… perché la sua semplicità, se imitata, ti fa guardare direttamente al cuore di quello che può renderti felice!
Di fronte a una vita che ti sfida ognuno di noi è chiamato a rispondere. Tutti, nessuno escluso!
Nella compagnia di Fede e Luce, che ho iniziato a conoscere solo in questi ultimi anni, sto imparando questo: Fede e Luce è il luogo in cui la domanda sul senso della vita urge più insistente e drammatica, come fosse una sorta di ‘messa al muro’.
Ti trovi a pranzare con una ragazza in sedie a rotelle, che non è in grado di parlare e nemmeno di guardarti negli occhi. Stai lì al suo fianco e oltre a pensare: “Io cosa posso fare per lei? Niente! Come sono fortunata io”. Stai in silenzio, le accarezzi la mano, e le dici: hai delle mani stupende, quanto vorrei avere le mani che hai tu!
E poi ti chiedi: “Quindi io penso di sapere meglio di Lui cosa sia meglio per lei e per me. Chi è stata la più fortunata a questo giro: io o lei?”.
Ma non è così: in Fede e Luce tutti si è compagni dello stesso cammino, se uno zoppica l’altro è lì che lo aiuta a camminare, se uno si ferma che è stanco l’altro gli tiene compagnia. È una compagnia che va all’essenziale. E le parole, a fianco di un sorriso, diventano quasi superflue.
Beniamino e gli amici di Fede e Luce insegnano a rivolgere uno sguardo nuovo alla vita: alza lo sguardo, guarda la realtà, riconoscine la bellezza e ringrazia. La vita è un dono, la mia vita è un dono e io sono un dono per gli altri: quanta ricchezza di doni!
Maria Gnappi a nome di Serena, Maddalena e Sebastiano – Fidenza – Kimata, 2015
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.129