L’idea è subito piaciuta anche agli amici delle due comunità di Napoli, La Vigna e S. Maria di Piedigrotta – Roveto Ardente. Nel giro di poche settimane abbiamo scelto la data dal 17 al 21 luglio, il luogo, Castellammare di Stabia, il tema del campo “Peter Pan e l’isola che non c’è”. Arrivato il giorno della partenza ci siamo ritrovati tutti “all’ isola che non c’è” ognuno con il proprio “bagaglio”.
Sebbene avessimo bagagli di esperienze, sensibilità e fragilità molto differenti gli uni dagli altri da subito abbiamo respirato aria di famiglia e i giorni sono trascorsi gustando ogni singolo momento immersi in una natura straordinaria. La struttura che ci ha accolto, situata su un’altura, ci ha permesso di godere di una vista magnifica del Vesuvio, del mare e del Golfo di Napoli. Era la località ideale da dove potevi avere la sensazione di “volare” come Peter sui tetti delle case.
Come i bambini sperduti della fiaba giovedì, la prima sera, ci hanno fatto visita Wendy, Gianni e Michele: erano amici della vicina parrocchia di San Michele, ci hanno fatto ballare cantare ed offerto enormi bomboloni ripieni di cioccolato. Il venerdì abbiamo deciso di essere “i piccoli indiani” della storia e così in perfetta fila indiana abbiamo invaso il centro cittadino: avevamo voglia tutti e sessanta di mangiare un gelato e dopo fare una passeggiata sul lungomare senza che questo destasse particolare interesse tra i passanti. Devo dire la verità è stato decisamente piacevole. Tutti i giorni abbiamo disegnato, cucito costumi, provato le scene. Erano tutti pretesti per stare insieme, tutti insieme.
Quando arrivava la sera avvertivamo la fatica di separarci e spesso abbiamo tirato tutti insieme fino alle prime ore del mattino raccontando di noi…
Ringraziare il Signore nella veglia organizzata il sabato sera è stato naturale: per il dono delle comunità, per ogni singola persona, per la natura, per l’accoglienza ricevuta dalla città e dal personale sempre sorridente che ci aveva ospitato, per l’arrivo inatteso di don Luca che ha guidato la preghiera e, più di ogni cosa, per quello che Giovanna ci ha regalato. Giovanna ha un enorme difficoltà a relazionarsi a causa della grave disabilità mentale: non vuole essere toccata non parla e fa fatica a muoversi. Ma improvvisamente durante la veglia si è alzata ed è corsa al centro del cerchio che avevamo formato dove c’era un crocefisso, si è seduta ai suoi piedi e sorrideva, dietro di lei si sono mossi i ragazzi ed infine genitori ed amici. Tutti insieme ci siamo ritrovati ai piedi della croce: i ragazzi ci avevano indicato la via.
La domenica sono venuti tanti amici a trovarci e a vedere lo spettacolo di Peter Pan: meno male! Non avremmo avuto spettatori, visto che i “magnifici 60” del campo erano tutti insieme in scena e tutti primi attori.
Ho tralasciato tante cose che ogni tanto in questi mesi riaffiorano a farmi compagnia a riscaldare quelle giornate in cui ti senti smarrito: la passeggiata fatta con Pasquale mentre mi racconta delle sue favole preferite, Filomena – mamma di Anna – che mi affida la figlia dopo 27 anni di cammino insieme, Anna di Cardito che sotto la pioggia sottile del giorno di partenza guarda con occhi incantati la natura. Restano le condivisioni con Patrizia, Milena e i suoi amati bambolotti che non mette mai a dormire tutti insieme perché litigano. Mi giunge ancora l’eco della tromba di Maurizio… Ad ognuno di voi io dico “ti voglio bene”.
Antonio Piscitelli
, Acerra – Mari e Vulcani
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.129