Dopo la laurea in lettere, mi hai presentato al Nazareth, la “tua” scuola. E lì ho fatto le mie prime esperienze di insegnamento, sentendoti come appoggio e guida.
Nel ’65 mi sono sposata. Per venire al nostro matrimonio tu, incinta di Giovanni, avevi affrontato con Paolo un lungo viaggio: ho sentito forte anche in quell’occasione il calore della tua amicizia che sapevi esprimere in gesti concreti. Chicca era piccolina e si sentiva in te la gioia, ma anche la preoccupazione e la trepidazione per questa nuova attesa nascita.
Poi con Giovanni, mio marito, ci siamo trasferiti in Piemonte. Gli incontri a Cogne, in Valle d’Aosta, sono stati momenti belli, di nutrimento di un’amicizia consolidata. L’amore per la montagna, che avevo respirato da te, lo avevamo vissuto già in Dolomiti, dove a volte ci eravamo trovate ed ero anche stata ospite tua e di Paolo.
Mentre ognuna di noi proseguiva il suo cammino in luoghi e con persone differenti, tu continuavi a parlarci sia attraverso Ombre e Luci, a cui dedicavi così tante energie, sia con contatti telefonici periodici.
Molto diversa da te per temperamento ed educazione, ho sentito costante la forza del tuo amore per la vita, della tua umanità, della tua attenzione all’altro.
Monica Boyer, 2014
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.128