Jean Vanier ci aveva parlato di voler programmare un pellegrinaggio a Roma nell’Anno Santo 1975. Nel 1972 ne aveva organizzato a Lourdes con persone con handicap mentale e aveva messo in evidenza quanto queste persone fossero poco conosciute e valutate.
Nel 1973 mi hai chiesto di venire con te e la Chicca a Lourdes per respirare un po’ quell’aria e parlare con le persone che si erano occupate dell’organizzazione. Sono state giornate di preghiera e di riflessione.
Tornate a Roma abbiamo cominciato a incontrare e radunare interessati a formare e sostenere dei gruppi in cui persone con handicap, genitori e amici potessero cominciare a riflettere sul tema del pellegrinaggio: “La riconciliazione tra la Chiesa e il mondo dell’handicap.” Pochi ricordano forse che le persone con handicap mentale non erano ammesse alla Comunione e alla Cresima e non c’era niente per favorire la loro partecipazione a cerimonie o incontri della parrocchia. Ricordo in particolare che avevi chiesto la Comunione per la Chicca e il parroco dell’epoca, pur essendo abbastanza favorevole, ti aveva detto: “Casomai lo faremo durante un’Eucarestia a casa vostra, tra di voi…” e tu ti eri sentita ferita da questa proposta, volendo che la cosa fosse in Chiesa, con gli altri… e non quasi di nascosto.
Nel 1974 siamo andate ad Abano per promuovere qualcosa anche lì, poi siamo entrate in contatto con persone di Cuneo, di Milano e altrove, per suscitare l’interesse e il coinvolgimento di più persone possibile.
Così sono cominciati i gruppi Fede e Luce; per tutto il 1974-75 si è parlato di riconciliazione cercando esempi concreti nel gruppo. I risultati ottenuti sarebbero stati portati all’altare, scritti su una pergamena, al momento dell’offertorio nell’Eucarestia di apertura.
Quante cose ci sarebbero da raccontare di questo pellegrinaggio! Quanto lavoro perché tutto fosse ben organizzato! Quante persone si sono impegnate volontariamente e con tanto buonumore!
Ricordo dei momenti particolari: la Messa di inizio, nel pomeriggio della domenica, con il Cardinale Poletti celebrante, perché il Papa Paolo VI aveva una canonizzazione la mattina e non ce la faceva a celebrare due volte. Ma dopo la Messa è arrivato, con solennità si sono accese tutte le luci della basilica e… non ce l’ha fatta a seguire sempre i fogli scritti. Ha parlato a braccio con affetto e stima e, prima che lo rimettessero sulla sedia gestatoria, ha salutato personalmente i ragazzi che erano sulle carrozzine in prima fila.
La giornata di festa allo stadio Flaminio, dove ogni gruppo ha rappresentato qualcosa sul palco. La Polizia, chiamata per mantenere l’ordine, ci ha detto alla fine: “Siamo commossi, magari tutti i servizi fossero così!”. E la festa è stata grande.
La fiaccolata in piazza San Pietro con canti, suoni e le fiaccole che andavano su e giù a ritmo dei canti.
Tutto è andato bene e la tua presenza era dappertutto, per incontrare, dire una parola, sollecitare la speranza di uno spazio vero e reale nella Chiesa, nelle parrocchie, per i nostri ragazzi e le loro famiglie.
Sono cominciati poi i campi estivi: ad Alfedena, dove Pablo ha detto le sue prime parole e la mamma è corsa da Roma per sentirlo, Gianluca ha imparato a togliersi e mettersi il pullover da solo, tutti hanno partecipato ai turni in cucina, a fare cose “straordinarie” per loro con gusto e allegria.
Tante altre cose ci sarebbero da dire, tra cui i nostri consigli di direzione con i pionieri di questa avventura. Non li nomino per paura di non ricordare bene i nomi di tutti, ma li avrai ritrovati quasi tutti in Cielo e sono sicura che da lì, insieme a Maria e a Gesù continuate a proteggere e a sostenere tutti i gruppi che oggi sono in tutte le parti del mondo e che lavorano per un inserimento sempre più adeguato. Io te lo chiedo tutte le sere nella preghiera e sento la tua presenza attiva e feconda.
Italia Valle, 2014
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.128