Su queste sette parole di fondamentale importanza nella vita di ogni uomo, troviamo una spinta forte al cambiamento: scoprire insieme che l’umiliazione – qualunque essa sia – invece di schiacciarci e allontanarci ci porta al “sacramento dell’incontro”, dove l’altro è guardato con lo sguardo di Gesù; imparare che l’educazione si incentra sull’importanza di far crescere la coscienza personale che sola ci porta alla vera libertà, al mettere al bando le paure, il bisogno di salvare le apparenze…E così mi lascio trasformare, mi sento riconosciuto dall’altro per quello che sono non per quello che vorrei essere.
Molto forte la riflessione sull’autorità che deve esercitarsi come un “potere buono” che risveglia la coscienza e fa entrare i “sottoposti” in un clima di comunione, in un luogo di ascolto reciproco.
Con le ultime tre considerazioni, comunità, vulnerabilità, misteri, entriamo nel vivo dell’insegnamento fondamentale di Jean Vanier. Vivere insieme nella gioia scoprendo che l’incontro tra forza e debolezza crea un senso di appartenenza, un’arte di vivere insieme dove è il povero sempre la fonte e lo stimolo per il cambiamento. Questa la nuova evangelizzazione.
Non so quale di queste sette meditazioni sia più importante: si intrecciano fra di loro facendo scaturire via via concetti basilari per riimparare a vivere insieme nella pace, uomini e donne di oggi, piccoli e grandi, ricchi e poveri, credenti e non. Gesù è per tutti.
Mariangela Bertolini, 2012
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.118