La famiglia è colta nelle sue debolezze e povertà e, al contempo, nell’essere nucleo fondante della nostra società, elemento di riparo nelle intemperie delle crisi, “trasmettitrice del patrimonio che, fondato sul dono dell’amore, del sacrificio e dell’attenzione reciproca – così come della condivisione della responsabilità e degli impegni – diventa la forza naturale della vita e il cemento stesso della civiltà”.
Il cardinale non smette di essere quel pastore tenero che abbiamo conosciuto, preoccupato per le sue pecorelle: di fronte a situazioni che paiono errori irreparabili non smette di evidenziare possibili vie d’uscita accogliendo sfide educative e pastorali molto grandi per la Chiesa, con misericordia e speranza costanti.
Già nel 1984 il cardinale offriva una lettura critica sul contesto etico e sociale nel quale la famiglia italiana viveva, tanto attuale anche per i nostri giorni. Forse è anche per questa attualità che affascina l’attenta esegesi pronunciata dal cardinale sul racconto biblico di Giuseppe e della sua famiglia in un altro capitolo.
Un racconto nel quale emergono le fragilità di una famiglia e la sua forza nella potenza nascosta di Dio, provvidenziale e riconciliatrice. Un piccolo e rapidissimo richiamo, che però non posso fare a meno di segnalare, è riservato anche alle comunità Fede e Luce con il loro ruolo nel sostenere le famiglie con un figlio portatore di handicap nel far scoprire come Dio si rispecchi anche in questi piccoli.
Tanti altri sono gli argomenti trattati in questo volume che possono guidare ad una maggiore consapevolezza dell’essere famiglia cristiana oggi, non nascondendone le fatiche ma evidenziandone la gioia e la bellezza.
C.T., 2012
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.118