Anche questo argomento viene affrontato da un punto di vista storico, partendo dal cambiamento culturale in atto, in merito alla scelta di voler mettere al mondo un figlio anche se disabile. L’escursus storico affronta le persecuzione dei disabili e dei malati di mente, le esasperazioni delle teorie eugenetiche e le indegne leggi ad esse ispirate. Partendo dal primo istituto per sordomuti fondato dall’ Abate de l’Epée nel 1771, descrive come si sia arrivati alla esclusone sociale dei disabili.
Vengono quindi narrate le vicende e i differenti approcci susseguitesi nel tempo in merito alla disabilità, fino alla svolta positiva, in materia legislativa sopraggiunta dopo gli anni settanta; per arrivare infine ai nostri giorni in cui progressivamente si sta tornando al passato, in una società ossessionata dall’efficienza, dalla salute e dalla produttività e sembrano spirare nuovi venti di una moderna eugenetica.
Chiude questo capitolo l’illuminante e bellissima storia del portatore d’acqua indiano e delle sue due pentole. “Bioetica come storia” è un libro accessibile a tutti, da leggere perché fa riflettere anche il lettore non specialista sulle grandi questioni bioetiche che ormai debbono essere affrontate da tutti, proprio perché possono investire chiunque di noi in ogni momento della nostra vita.
R.M., 2011
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.115