Il linguaggio segreto dei fiori è Victoria è un’adolescente introversa, senza una famiglia e senza amici: per timore di rimanere ferita si chiude a riccio verso chiunque tenti è di stabilire un contatto con lei. Non possiede nulla, se non qualche vestito e un interesse per i fiori e il loro significato, passione ereditata dall’unica madre adottiva che l’ha fatta sentire felice, Elizabeth. : Una volta maggiorenne Victoria deve trovarsi una casa e un lai voro, ma soprattutto deve ritrovare la fiducia nel prossimo, sentimento perduto nei tanti anni di sofferenza tra un’adozione e l’altra.

L’autrice (al suo debutto) ci emoziona con un un romanzo scritto in modo ricco e scorrevole, facendoci entrare nei pensieri di Victoria. Questa scelta, unita ad una narrazione parallela tra passato e presente ci tiene incollati al testo; tramite la protagonista, ci interroghiamo sull’importanza dei rapporti umani, e anche, a volte, del bisogno di solitudine. La storia può apparire a tratti prevedibile, ma la lettura è più che piacevole.

M. C., 2011

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.115

Il linguaggio segreto dei fiori – Recensione ultima modifica: 2011-09-04T19:45:14+00:00 da Redazione

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