L’Italia è stata divisa, dal movimento internazionale di Fede e Luce, in tre province: Nord, Centro e Sud. Al Nord è stata abbinata la provincia della Galilea. Per questo Angela Grassi, coordinatrice della provincia Nord, e Marco Bove, assistente spirituale, sono stati accompagnati da Lucia Casella, vice-coordinatrice internazionale del movimento, in Galilea dall’11 al 18 Gennaio u.s. per incontrare la comunità nascente di Fede e Luce e per creare nuovi e inaspettati legami di amicizia.

Conflitti, popoli nemici, guerre tra religioni. Ce ne siamo fatti un’idea, ma non sappiamo davvero cosa significhi vivere tensioni di questo tipo. In Israele, invece, lo sanno bene. È così da decenni. Ma Fede e Luce è capace di accendere una fiamma di speranza anche in mezzo a tutto questo.

Grazie a suor Aida, francescana libanese, otto anni fa, è nato a Maghar, in Galilea, a 30 chilometri da Nazareth, un piccolo gruppo che unisce famiglie con ragazzi disabili e alcuni amici che cercano di vivere la spiritualità di Fede e Luce. Maghar ha 20mila abitanti, 5mila sono cristiani. C’è una chiesa, ci sono dei preti greco-cattolici, ma si devono fare i conti con i drusi, musulmani, che alcuni anni fa hanno dato fuoco alle case e alle strutture dei cristiani. Le suore hanno rischiato, come tutti, la loro vita. Più tardi, a seguito di difficoltà non superabili, si sono trasferite altrove. E la comunità ha perso forza e fiducia. Senza le suore, tutto sembrava perso. Per fortuna non è andata così.

Intanto, poco lontano da lì, a Eilaboun, a portare l’annuncio di Fede e Luce ha pensato una giovane suora della congregazione di Nazareth, suor Camelia, affiancata da suor Wardeh, ben più anziana ma ugualmente carica di energia e di amore. Entrambe sono libanesi. Da sei anni, la loro casa è un riferimento importante per i cristiani di Eilaboun, 3500 circa, che vivono accanto a 1500 musulmani. Le suore organizzano la catechesi anche nei villaggi vicini, fanno visita alle famiglie, rappresentano la Chiesa. Il parroco, greco-cattolico, abuna Maroun, viene da Cana a dire Messa il giovedì e la domenica.
Le campane suonano poche volte, mentre i muezzin chiamano i musulmani alla preghiera cinque volte al giorno. Anche qui, dove i rapporti inter-religiosi sono migliori, non è facile vivere la fede in Gesù.

Nel 2008, Lucia Casella, ha fatto visita ai due gruppi. Torniamo adesso a Eilaboun dalla provincia del Nord Italia cui è stato deciso di abbinare la Galilea a causa delle difficoltà a mantenere i contatti con i Paesi confinanti, viste costanti tensioni politiche e religiose. Noi di Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto, che avevamo scelto di chiamarci: “Il grande fiume”, pensando al Po, non potevamo non tener conto della sete di pace che caratterizza i nostri amici in Israele, così la nostra Provincia è diventata: “Un fiume di pace”.

A Eilaboun, dove tutti parlano arabo e le suore ci hanno fatto da interpreti in francese, abbiamo trovato una comunità molto vivace, caratterizzata da una solida forza spirituale. AI primo incontro, a casa di Sammaher, che festeggiava il suo compleanno, abbiamo chiesto ai ragazzi che cosa volessero fare con noi. Come prima cosa hanno pensato alla preghiera. Il giorno dopo, nel salone della parrocchia, abbiamo pregato davanti a bellissime icone. Ogni persona, passando di mano in mano un cero, ha proposto la sua intenzione o è rimasta un momento in silenzio. Abbiamo sentito quanto questo gesto, ripetuto ad ogni incontro, abbia reso saldi i rapporti.

Per quattro giorni di fila, le famiglie si sono riunite per stare con noi, felici di averci come ospiti. Don Marco ha proposto una riflessione sulla parabola del granello di senape, simbolo dell’amicizia seminata nel cuore della comunità. È le stato lo spunto per chiarire quali difficoltà ostacolano la crescita del seme e quali frutti sono nati e stanno maturando.

È emerso che genitori e ragazzi(gli amici, purtroppo, scarseggiano) temono che anche le suore di Eilaboun siano trasferite. Hanno paura di non farcela da soli. Al termine di una lunga riflessione sui doni (tanti), su paure e difficoltà emerse e sulla responsabilità di ciascuno nel tenere viva la comunità, si sono compiuti due passi importanti: la comunità si è data un nome (San Giorgio in Eilaboun) e Lucia ha nominato un’équipe che animerà e sosterrà il gruppo, in attesa del riconoscimento ufficiale come comunità di Fede e Luce. Una mamma, due ragazze, due amici e abuna Maroun hanno detto il loro sì, con suor Camelia. La promessa di tutti quanti è di “essere buona terra che riceve il seme dell’amicizia”, di approfondire la Charta e di utilizzare il Carnet de route. La promessa, da parte nostra, è di tornare per le elezioni del coordinatore di comunità.

A Maghar abbiamo incontrato alcune donne (per lo più giovanissime e già madri di famiglia) pronte a spendersi per i ragazzi con handicap. “Questa è una vera famiglia, la carità ci unisce”, ci hanno detto. Un segno forte. Il gruppo vuole consolidarsi, anche se deve ancora approfondire la spiritualità di Fede e Luce. Qui il cammino richiede più tempo. Ma la speranza di poter riconoscere domani anche questa comunità è ben radicata. Da Maghar, come da Eilaboun, nel 2011 qualcuno partirà per l’Italia, per vivere con la nostra Provincia la festa per i 40 anni di Fede e Luce.

I semi crescono e possono dare ottimi frutti.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.109

Sommario

Editoriale

Essere mamma... di M. Bertolini

Dossier: Essere mamma

Sono in un furioso stato di accusa di S. Lutz
Che senso ha la vita di mio figlio Paolo? di M. Amelia

Altri articoli

Un crocifisso silenzioso di N. Ginzburg
Deboli e forti trovano il loro posto di J. Vanier
C’era una volta la città dei matti di Pennablù

Esperienze

Dove tutto è diverso da tutto di G. e L. Sauve
Tutti tranne uno saliti a cavallo di E. Attanasio

Libri

Quali mani asciugheranno le mie lacrime?. M. Kamara con S. McClelland
Con Cristo sulle strade del mondo, don T. Bello
Tre tazze di tè, G. Mortenson, D. O. Relin
Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, R. Pigliacampo
Pulce non c'è, G.Rayneri

Rubriche

Dialogo Aperto
Vita Fede e Luce: Eilaboun a casa di Sammaher di Lucia, Angela e don Marco
Lo sapevate che...?
Vita Fede e Luce n.109 – Eillaboun a casa di Sammanher

Vita Fede e Luce n.109 – Eillaboun a casa di Sammanher ultima modifica: 2010-03-16T16:26:10+00:00 da Redazione

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