Questo libro è il diario di una “mamma speciale” che racconta, giorno per giorno, il lungo viaggio intrapreso insieme al figlio Nicola dal momento in cui si scopre che quest’ultimo ha la leucemia. Il giorno in cui ha iniziato il duro e doloroso viaggio della speranza verso la guarigione, ha deciso di mettere nero su bianco le palpitazioni del suo cuore.
È riuscita molto bene a far rivivere tutte le emozioni che ti assalgono quando ricevi una notizia devastante che non ti saresti mai immaginata di sentirti dare. Ci si chiede perché proprio a mio figlio? È un bambino di appena un anno, ha tante cose da scoprire e da imparare!
Ti scopri a fare i conti con le percentuali di sopravvivenza che i medici ti “vomitano” addosso in modo crudo. Cominci a pensare alla morte e ti chiedi se ci siano possibilità di guarigione. Ti viene prospettato un periodo duro e doloroso oltre ogni immaginazione: i cicli di chemioterapia con i loro effetti collaterali, i continui prelievi del midollo, le febbri, le infezioni e le difese immunitarie che si abbassano fino ad azzerarsi.
Così, questa giovane e coraggiosa mamma per istinto di sopravvivenza inizia a scrivere il suo diario raccontando con storielle di battaglie e invasioni cosa sta succedendo dentro il corpicino di suo figlio, fiduciosa che un giorno lui potrà leggere queste pagine da uomo sano, forte e “guarito”. Geniale la metafora del castello (il corpo) insediato da molti invasori (le cellule malate) contro cui dovere ingaggiare una lunga battaglia.
Non è facile scrivere al proprio figlio e raccontare cosa sta vivendo, ogni giorno chiuso in una stanza d’ospedale. Sicuramente il “piccolo leone dagli occhi d’oro” non si ricorderà di avere lottato tanto con i denti e con le unghie per sconfiggere gli invasori, quelle cellule impazzite prodotte dal midollo (i blasti, in termini medici). Così, quando tutto è finito e ti lasci alle spalle quei giorni di dolore che restano scolpiti nella tua mente e che nessuno potrà mai farti dimenticare, cominci ad apprezzare di più le semplici cose della vita quotidiana come una bella giornata di sole o una passeggiata all’aria aperta. E infine, quando si vince la battaglia e si compie la guarigione, questa dolce e forte mamma si scopre a riflettere che “non è un miracolo guarire se si sta male, è un miracolo vivere senza stare male”. Ogni momento bisogna ringraziare Dio per averti dato la forza e l’energia necessaria per lottare e vincere la dura battaglia contro la malattia perché senza le preghiere e l’aiuto del Signore non è possibile VIVERE una seconda volta. L’autrice conclude il suo memorandum sottolineando che ha narrato la storia di un miracolo. Ma è la storia del miracolo più semplice e meraviglioso di tutti. È la storia del vivere, contro il sopravvivere”.
Anna Testa, 2007
Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.98
Sommario
Editoriale
Mamme coraggio e oltre di M. Bertolini
Articoli
Salvatore, medico pediatra, acondroplasico di S. Anastasi
Scheda informativa: Acondroplasia
La fattoria delle meraviglie di L. Nardini
La mia pazienza ha dei limiti di J. M. Peticlerc
Santa Pazienza di T. Cabras
Perché il dolore? Pensieri di F. R. Poleggi
L’abbraccio di Lorella di I. Perri
Dialogo aperto
Libri
1500 grammi di cenere, M. Aramini
Occhi d’oro, M.G. Marchesin
Nell'intimo delle madri, S. Marinopoulos
La luce e la letizia, C. Anedda
Il figlio terminale, G. Noia
Ho 12 anni faccio la cubista, M. L. Pijola
Lettera alla tua famiglia, V.Andreoli