Stando al loro fianco

Sono una mamma di due ragazzi sani, non ho particolari problemi nella vita ed ho conosciuto circa venti anni fa la vostra rivista quando ero ancora una ragazza. Sono stata sensibilizzata da un’amica, Annette Devreux, al mondo dei diversamente abili, che per me era sconosciuto. Non mi ha fatto paura, io ero alla ricerca di una Risposta ad ogni cosa che la vita mi proponeva, e questa era un’altra occasione, una nuova esperienza. Lavoro ormai da diciotto anni all’Istituto Don Orione di Milano e posso dire che l’Amore di Dio si rivela ogni giorno anche in mezzo a loro, gli ospiti del Don Orione e attraverso di loro. Non nascondo, dicendo questo, tutte le fatiche e le sofferenze che si vivono ogni giorno stando al loro fianco e assistendoli. Deve entrare in gioco il meccanismo (o la Grazia) dell’Amore Gratuito, sennò è troppo pesante accettare e condividere certe realtà di limite fisico e psichico. Per favore, vi chiedo di segnalarmi, se c’è, qualche realtà di Fede e Luce a Milano… Ho il desiderio di avvicinare anche i miei figli a opere di volontariato presso qualche struttura come la vostra, fatemi sapere se è possibile secondo le modalità adatte per la loro età…

Beatrice, 2006

A Milano ci sono dodici comunità di Fede e Luce, dislocate presso diverse parrocchie della città e della periferia. Per avere maggiori informazioni è possibile contattare la segreteria nazionale di Fede e Luce a Roma al n. 06 3235349 il martedì e il giovedì oppure visitando il sito www. fedeeluce.it


Discutiamone!

Rinnovo i complimenti. E’sempre un piacere leggervi. Perché non raccogliamo in un volumetto monografico tutte le lettere inviate in questi anni di un certo spessore da genitori ed amici? Quelle lettere che quando hai finito di leggere resti lì a pensare… Un’altra cosa di cui mi farebbe piacere leggere qualcosa è la vecchiaia delle nostre comunità fede e luce che, diventando grandi (nonnel numero dei partecipanti, ma nell’età), tendono a essere gruppo, più chiuse in sé stesse, che comunità. Da noi, io e Alessandra, forse in maniera provocatoria, abbiamo chiesto di sciogliere la comunità ed in gruppetti di unirci ad altre. Siamo rimasti soli nell’idea. Quello che è venuto fuori in questi anni è la paura di perderci. Si vedeva negli occhi di amici e genitori la paura di chiudere un rapporto che è fondato su anni di condivisione. Per me ed Ale invece, il senso della proposta era esattamente il contrario. Morire per dare frutto, usando termini evangelici. Così moriremo, ma rimarremo sterili.
Basta idee perché, poi, magari mi chiedete di lavorare per VOI.

Stefano Artero , 2006


Non si sa chi aiutare per primo

Una lettrice risponde al nostro invito

La mia famiglia oggi è composta così: io, mio marito, mio figlio Francesco di 35 anni disabile intellettivo grave e una nonna (mia madre) di 99 anni di nome Ezia (nata I 8/1/1908). Abbiamo vissuto insieme nella convivenza, quando la nonna era più giovane e attivissima, soprattutto nella cura di questo figlio, mi ha permesso di portare a termine, fino all’età pensionabile, la mia carriera lavorativa. Francesco considera la nonna una figura stabile che c’era, c’è, ci sarà sempre in questa casa. La nonna considera Francesco la più importante ragione per voler continuare a vivere. Francesco non sa parlare, ma cerca con losguardo la presenza della nonna. La nonna ora non ha quasi più voce, ma è lucidissima di mente, aspetta ogni giorno con ansia e con gioia di vedere rincasare Francesco. Entrambi ora hanno bisogno di tanto aiuto per poter compiere le piccole e grandi “cose” quotidiane. A volte, non si sa chi aiutare per primo. Quando io mi agito la nonna mi ricorda di avere tanta pazienza! La situazione è grave ed io penso: anche se c’è la volontà e l’amore di continuare a vivere insieme, senza delegare ad un istituto, sia per lei che per lui, i compiti per poter proseguire un’esistenza dignitosa, fino a quando sarà possibile farcela? La mia risposta è questa: è vero, in questi ultimi anni ho una libertà limitata, un “mio” tempo quasi inesistente, ma ho la pace del cuore di non aver arrecato a loro due il grosso dispiacere di dividerli andando a vivere lontano dalle persone che amano e dalle cose a loro più care!

Elisa Sturlese , 2006


Buon Natale!

Carissimi Ragazzi ed Amici di “Fede e Luce”, ciao a tutti!
Il mese di novembre porta con sè il ricordo dei nostri cari defunti ma ci introduce al periodo dell’Avvento; essenziale per metterci in ascolto, come Maria, ed accogliere Gesù nella nostra vita. Gesù viene sempre in noi in modo del tutto speciale: con ognuno usa modi e luoghi differenti proprio perché ci ama per quello che ognuno è di fronte ai Suoi occhi.

Anch’io, come ognuno di voi, ogni giorno cerco la Sua presenza; a volte con fatica, a volte con sofferenza perché mi sembra irraggiungibile, a volte con tanta gioia nel cuore perché mi sento “coccolato” e portato in braccio da Lui!

In questo periodo penso sempre a chi il S. Natale lo vive nell’orrore della guerra, nella sofferenza della malattia, nell’incapacità di amare; nell’ incapacità di scoprire Lui in qualsiasi fratello o sorella che Egli ci mette al fianco o ci fa conoscere anche per sole poche ore. In questi giorni il mio pensiero è quello di “costruire” il presepe, come del resto facevo fin da quando ero bambino. Quest’anno, però, vorrei essere anch’io un personaggio di questo meraviglioso presepe, andare insieme ad ognuno di voi verso Betlemme dove la speranza, la fede e la carità si fanno presenza viva e salvifica in quell’umile Bambino. Sento il cuore battermi di gioia perché in “Fede e Luce” è impossibile non essere partecipi di un presepe che ogni giorno ci rende protagonisti per le strade del mondo! Non mi interessa essere un pastorello, un calzolaio, un fabbro: quello che più mi interessa è sentire le mani di voi ragazzi nelle mie e insieme camminare, camminare per lunghi sentieri dove Egli vorrà. Solo allora avremo percorso un cammino di fede nell’attesa del Signore Gesù!

BUON NATALE A TUTTI!
Antonio, Comunità S. Giuseppe della Pace Milano, 2006


II matrimonio di Maurizio

Io mi sono svegliato presto, circa alle ore 6:00, perché sono in ansia, per l’evento. A me personalmente non mi cambia niente, perché è una vita che sono solo, senza una ragazza, e cerco di non pensarci sempre. lo ho aspettato Tiziana, e assieme a mia madre, andiamo in macchina, verso il posto. E’ molto lontana la chiesa di S. Saba, io sono vestito con i pantaloni blu, una camicia azzurra e una giacca nera. Appena arrivo vedo molte persone, che riconosco di varie comunità di Fede e Luce di Roma. Io guardo davanti, e vedo che ci sono gli sposi, Maurizio Aurello, lo conosco, perché è della mia comunità del Girasole, lei no forse di sfuggita. Ma quello che è importante è che si sono sposati, così come altri amici che conosco. lo sono contento, e un po’ mi dispiace, per il viaggio di nozze. Ho seguito attentamente la celebrazione, e mi è piaciuta tantissimo, c’erano anche i canti che facevano da intermezzo, tra una predica e la promessa. Infine escono e chi vuole lancia il riso e bacia gli sposi.
ciao
Giovanni Grossi, 2006

Ringraziamo la tipografia Quintily che ha stampato gratuitamente questo numero in ricordo della lunga amicizia con Nicole Schulthes.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.96

Sommario

Editoriale

Cara Nicole di M. Bertolini
Come se fosse la cosa più normale del mondo di E. Bertolini

Il Bambinello di Marija di S. Sciascia

Alzheimer: Convivere con l’insensatezza

Il passato perduto per sempre di M. Martelli
Il grande amore di sua sorella Marta di V. Giannulo
Sto diventando più umano di Jean Vanier 15
Patologie disabilitanti nell'anziano di Cristina Lo Iacono 16
...ma soprattutto è mio Nonno di Laurea Cattaneo
Così lontani e così vicini di Manrica Baldini
Ancora, sempre per mano... di Laura Broccoli
Con tutte le mie forze - Special Olympics Youth Games di Huberta Pott

Altri articoli

Il Bambinello di Marija di S. Sciascia
Dialogo aperto

Libri

In gita per il calendario! di G. Felici
Re 33 e i suoi 33 bottoni d'oro, Claudio Imprudente
Il re del mercato, G. Bernasconi
L'ardimento, Stefano Zurlo
Don zeno: obbedientissimo ribelle, Fausto Martinetti

Dialogo aperto n.96 ultima modifica: 2006-12-28T09:13:13+00:00 da Redazione

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