Da evitare
- Credere di avere “la” risposta. Meglio imparare ad accettare la propria impotenza.
- Brandire il catechismo. Giudicare. L’interruzione volontaria di gravidanza è condannata dalla Chiesa, ma è l’atto ad essere condannato, non l’autore.
- “Al posto tuo io…” oppure “Immagino bene ciò che stai provando…” Non si può sapere come si reagirebbe né si può mettersi al posto dell’altro.
- Invadere l’altro. Riempire ad ogni costo i tempi di silenzio, non rispettare la giusta misura…
Cosa può aiutare
- Ascoltare e accogliere la sofferenza, la paura e la rivolta dell’altra, che sono legittime. Quando si è invasi dalla paura, non si è liberi. Aiutare a parlare, a dire ciò che sente, che possa esprimere i suoi sentimenti senza sentirsi giudicata.
- Essere semplice, non esitare a dire “Ti sento angosciata, straziata da impulsi contrari…”. Oppure “Non trovo le parole”. Un gesto d’affetto spontaneo può far sentire la vicinanza del cuore.
In un secondo tempo
- Invitare a riflettere a voce alta sul “pro” e il “contro”; “Se scegli l’interruzione, che cosa succederà dopo? Se scegli di tenere il bambino, come immagini il futuro, su chi pensi di affidarti? E il papà cosa ne pensa? Qualunque sia la sua scelta, anche diversa, ci sarà sofferenza. Come pensi che la vivrai?”
- Proporre di cercare gli aiuti o dei mezzi per farsi aiutare “Si possono chiamare certe associazioni in modo anonimo; con loro potrai parlare. Ti potranno mettere in contatto con genitori che hanno vissuto la stessa cosa. Potranno aiutarti al momento della nascita ecc.”.
- Rendersi presenti “Sarò con te se hai bisogno di me. Chiamami quando vuoi”. Ci si può impegnare attivamente per aiutare al momento della nascita o in seguito, secondo le possibilità. “Mi darai tue notizie?”
- Accogliere la domanda angosciosa di un’amica, di una coppia… è una grossa responsabilità! Non dimentichiamo di chiedere aiuto allo Spirito Santo e affidare a persone di preghiera il difficile momento della propria amica.
di Albane d’Herouville , 2006
(Ombres et Lumiére, n. 15)
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.94
Sommario
Editoriale
Una scelta difficile di M. Bertolini
Gravidanze a rischio: una scelta difficile
Lo shock della diagnosi prenatale
Ad ogni marzo che passa di F. De Rino
Io non sapevo di
Tecniche di diagnosi prenatale di V. Spinola
Genitori e medici davanti all’annuncio dell’handicap di S. de Kermadek
Agli amici vicini: siate disponibili di A. di Herouville
Associazione La Quercia Millearia
FANHA – Famiglie Accoglienti Nascituri Handicappati
Amare un errore intervista a Patricia Bauer
Rubriche
Libri
Madri Selvagge - Recensione di G. Galeotti
Sostegno psicologicologico in gravidanza, P.L. Righetti
Culla di parole – Come accogliere gli inizi difficili della vita, Lucia Aite Bollati
Hai mutato il mio lamento in danza - Recensione, Emanuela e Giovanni Picchi
Altri articoli
La luna nuova di casa Betania di S. Sciascia
Valeria risponde alla lettera di Monica del n. 93
“Nonno, è così brutto essere diversi?”