Crescere insieme è il nome dell’associazione. Vive presso la parrocchia di Cristo Re in Viale Mazzini a Roma. Il primo incontro con loro però è in una casa privata.
Lì troviamo una decina di donne giovani e mature, portatrici di handicap, con sei sette stoffe, fili e lane, oggetti artigianali. Intanto scherzano, scambiano battute, si prendono allegramente in giro. Il clima è cordiale, ognuna fa secondo quel che può, nessuna è lasciata da parte. Più tardi faranno merenda. Si incontrano qui tutti i venerdì alle 17. I lavori fatti durante l’anno vanno in una mostra-mercato che si tiene in parrocchia la prima o seconda domenica dopo Pasqua. Il ricavato della vendita è impiegato in un piccolo salario uguale per tutte quelle che hanno lavorato: è un piccolo ma significativo aspetto educativo. Ne viene inoltre l’occasione di un contatto con la comunità parrocchiale, non molto interessata alla presenza delle persone handicappate, le quali per altro vengono quasi tutte da altri quartieri.

Il progetto agricolo

Il secondo incontro per conoscere Crescere Insieme è martedì pomeriggio. Una quindicina di ragazzi e ragazze, molti con problemi, giocano al calcio nel campo di cemento: alcuni svagati, altri si vede che ci sfogano una vitalità esplosiva. C’è un freddo da pinguini, ma il gioco li scalda: stanno in golfetto.
Quando annotta, vanno in una saletta. I giochi ora servono a stimolare la mente, il colpo d’occhio. Un giovane conduce con vivacità e ritmo; neppure il più grave è lasciato fuori: partecipa come può al gioco, ma pienamente alla vivacità. Il pomeriggio era cominciato con i laboratori di legatoria.
Il Giovedì c’è laboratorio di cornici, mentre il Lunedì alcuni vengono per giocare a ping-pong.
E un impegno intenso e non è un fuoco di paglia: Crescere Insieme infatti è nato nel 1978. Il suo fine è «socializzare e integrare bambini e ragazzi portatori di handicap, inserendoli in gruppi formati dal maggior numero di coetanei». Nel 1982 l’iniziativa ha assunto la veste legale dell’associazione. Il progetto più interessante è stato la coltivazione di un terreno a Cesano, presso Roma. Come sempre, il rapporto con la natura, la pedagogia di un lavoro variato e sfociante in risultati tangibili (in questo caso, olio, carciofi, polli, conigli), hanno avuto sul fisico e sulla personalità dei ragazzi effetti eccellenti.

Purtroppo — racconta Enrico Palombi, uno dei fondatori e principali animatori di Crescere Insieme — non abbiamo potuto continuare quell’attività perché è venuta meno la disponibilità di quel fondo. Ma, ugualmente, la lontananza da qui stava diventando un ostacolo proibitivo. La nostra prospettiva, o meglio la speranza, è arrivare a costituire una cooperativa agricola. Ora stiamo cercando un terreno più vicino.

Stanchezza e ricambi

Ma la circoscrizione — chiediamo — possibile che non abbia un piccolo terreno pubblico da lasciarvi usare?
Alla circoscrizione — ci risponde — troviamo ascolto relativo. Ma poi abbiamo un altro problema maggiore.
Gli incontri sono numerosi (abbiamo anche una riunione organizzativa ogni due settimane, e due- quattro volte l’anno una domenica di gita collettiva) e il gruppo che sostiene l’attività, in cui sono diversi scout, non ha sufficiente ricambio e la stanchezza, insieme agli impegni crescenti con l’età, si fanno sentire.

E il rapporto con i genitori delle persone con handicap mentale?
L’attività dell’associazione li solleva, tant’è vero che chiedono di aumentarla, ma non c’è, né rientra nei fini dell’associazione, un progetto di crescita comune destinato a loro.

Sergio Sciascia, 1985

Dal pieghevole di presentazione di Crescere Insieme
Avrò gambe che non mi permetteranno di camminare;
avrò braccia che non mi faranno abbracciare; avrò occhi che non vedranno;
avrò una mente che non penserà;
ma ho una cosa che anche tu hai:
ho un angelo che vede, ho un cuore che soffre, ho un Gesù buono che sempre mi protegge.
Forse io non so piangere;
forse le mie mani non ti possono aiutare;
forse quando parli le mie orecchie non ti potranno udire;
forse perché sono fisicamente diverso da te sono abbandonato da tutti; forse perché il mio sorriso è diverso dal tuo ti allontani sempre da me; vai con le persone normali perché io sono per te un anormale.
Tu che hai gambe per camminare, occhi per vedere,
braccia per abbracciare,
una mente per pensare,
prega con me affinché anche noi possiamo essere amati da qualcuno.

Sergio Sciascia, nasce a Torino nel 1937 ma si trasferisce a Roma con la famiglia pochi anni dopo. Fin da piccolo manifesta una spiccata passione per lo scrivere e per il capire le cose che lo circondano, e di questi due aspetti farà il mestiere di una vita. Una collega, amica della primissima Fede e Luce romana, mette in contatto Sergio con Mariangela Bertolini e con l’idea di trasformare il ciclostilato “Insieme”che legava le poche comunità italiane di Fede e Luce in qualcosa di più. Era l’autunno del 1981. Nasceva Ombre e Luci e Sergio accettava di esserne il direttore responsabile.

Sergio Sciascia

Giornalista

“Crescere insieme” ultima modifica: 1985-03-29T14:01:48+00:00 da Sergio Sciascia

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