Siamo tutti figli. È questo il denominatore che accomuna (nel bene o purtroppo nel male) da sempre il genere umano, incarnando in sé il senso di dipendenza. Sulla dipendenza costruttiva, vitale, che dà pienezza al tempo e senso alla vita, è incentrato il libro di Eva Feder Kittay, che affronta i temi della vulnerabilità e della dipendenza in relazione a diverse forme di disabilità, muovendo l’analisi dalla prospettiva di quanti si prendono cura degli altri. Oggi quello di cura è un lavoro considerato di serie B, marginale, invisibile, proprio di chi non ha potere o competenze, mentre invece si tratta di un lavoro dall’enorme significato sociale, filosofico, economico, giuridico e morale. Le riflessioni spaziano da un terreno più teorico a considerazioni più personali, legate al racconto della sua maternità, della scoperta della grave disabilità della figlia maggiore, della capacità di trovare una via per relazionarsi con una bambina e poi donna che, per tutta la vita, sarà dipendente dal prossimo.
La cura dell’amore
Autore: Eva Feder Kittay
Traduzione: Silvia Belluzzi
Editore: Vita & Pensiero
Pubblicato: Pagine: 358
Prezzo: 19,80€
ISBN: 978-8834318621
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 157, 2021
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