Accompagnavo Stefano all’asilo il giorno del suo terzo compleanno, avevo preparato la torta e le candeline per la festa con i suoi compagni quando si sono rotte le acque… Ma era troppo presto, mancavano ancora più di 14 settimane alla data presunta della nascita del suo fratellino…Non avremmo dovuto aspettare così a lungo per accoglierlo tra noi.
Sono stata ricoverata immediatamente e, dopo 5 giorni, Edoardo è nato, come una meteora, scombussolando tutti i nostri progetti, i nostri sogni, la vita mia, di papà Marco e di Stefano.
Edoardo è affetto da tetraplegia spastica causata da una paresi cerebrale infantile: è quello che si definisce un individuo affetto da una disabilità complessa mentre Stefano è il fratello di tutto ciò che questo comporta.
Quello che accomuna i miei ragazzi (dopo il Baskin) è sicuramente la capacità di resilienza, la capacità che hanno sviluppato di resistere agli urti, di affrontare le avversità della vita, di reagire positivamente alle difficoltà. La continua relazione con un corpo o con una situazione imperfetta ha consentito loro un tempo più lungo per ripensare ai limiti e all’importanza delle relazioni ed è per loro occasione per pensare in termini più realistici e meno onnipotenti.
E il Baskin in tutto ciò cosa c’entra? Il Baskin, posso dire, è lo sport della nostra famiglia: entrambi i ragazzi lo hanno scelto come sport. Stefano è anche aiuto-allenatore di una squadra di minibaskin, papà Marco è arbitro e giocatore e io sono una grande tifosa!
Il “Baskin”, abbreviazione di Basket inclusivo, è una disciplina sportiva innovativa – nata in una scuola di Cremona
Il Baskin ha conquistato la mia famiglia per gradi anche se fin dall’inizio erano chiare le potenzialità: è una nuova attività sportiva che si ispira al basket ma ha caratteristiche particolari ed innovative. Un regolamento composto da 10 regole governa il gioco conferendogli caratteristiche ricche di dinamicità e imprevedibilità. Questo sport è stato pensato per permettere a normodotati e disabili di giocare nella stessa squadra (composta sia da uomini che da donne), permette la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo di disabilità (fisica e/o mentale) che consenta il tiro in un canestro, uno sport inclusivo per tutti.
Le regole, valorizzando il contributo di ogni giocatore, permettono di superare positivamente quell’atteggiamento “assistenziale” spesso presente nelle attività fisiche proposte ai disabili. Il regolamento adatta il materiale, lo spazio e i ruoli in modo che ogni giocatore possa avere un avversario diretto del suo stesso livello e un compito adatto alle sue capacità fisiche e psichiche. È possibile anche assegnare un ruolo di tutor ad un giocatore della squadra che in questo modo può accompagnare più o meno direttamente le azioni di un compagno disabile quando serve.
Il design tecnico-pedagogico del Baskin consiste nell’aver adattato materiale (6 canestri), spazio (2 aree protette), regole (5 ruoli) e comunicazione (tutoring)
I giocatori normodotati nel Baskin imparano ad inserirsi e ad organizzare un gruppo che conta al suo interno gradi di abilità differenti; devono sviluppare nuove capacità di comunicazione mettendo in gioco la propria creatività e instaurano relazioni affettive anche molto intense. Inoltre la condivisione degli obiettivi sportivi coi giocatori disabili permette loro di apprezzare le ricchezze e le capacità che la diversità porta con sé.
Il giocatore disabile aumenta la fiducia in se stesso e la capacità di coniugare il sacrificio al piacere; è stimolato a far crescere le sue abilità psicomotorie e quelle di interazione con i ragazzi e con gli adulti della squadra. Questa proposta sportiva offre occasioni riabilitative diverse in relazione alle diverse capacità dei singoli, assume una forte valenza educativa a livello di relazione sociale, di spinta motivazionale, di impegno del proprio tempo libero.
Lo sport diventa uno strumento attivo per utilizzare le abilità acquisite ed esprimerle anche in contesti esterni.
Il gruppo squadra rappresenta inoltre una base affettiva transizionale: nel gruppo il giovane può trovare nuovi legami più evoluti rispetto a quelli con le figure genitoriali e assistenziali, prova le delusioni della sconfitta e la gioia della vittoria, ma anche il piacere di stare insieme e in più si diverte.
Oggi il Baskin è praticato in 10 regioni italiane da oltre 8.000 alunni in numerose scuole primarie e secondarie
Edoardo è un ragazzo molto sensibile e riesce a controllare con molta fatica solo alcune parti del suo corpo, ma ha un discreto utilizzo di alcune dita della mano destra che gli permette di tirare in un canestro basso una palla idonea alla presa della sua mano. Giocare a Baskin gli permette di vivere la vita di squadra e, cosa secondo me meravigliosa, gli permette di giocare con suo fratello in modo del tutto naturale senza che nessuno dei due debba adattarsi all’altro.
Anche per il papà questo sport è stato un toccasana perché dopo un periodo in cui seguiva la squadra dei ragazzi proprio come ogni papà fa per i propri ragazzi, ha scoperto che poteva fare di più provando ad allenare una squadra senior, coinvolgendo altre persone e facendo conoscere questo sport. E allora benvenuto Baskin nella nostra casa ma soprattutto nella nostra società ancora così acerba quando si parla di integrazione.
Nadia Pastori, 2017
Il Baskin in breve
Aperto a tutti
Il “Baskin”, abbreviazione di Basket inclusivo, è una disciplina sportiva innovativa – nata in una scuola di Cremona. Aperto a tutti: maschi e femmine, persone con e senza disabilità (fisica o intellettiva), con tanta o poca esperienza sportiva. Ha ricevuto nel 2011 il 1° premio internazionale della Design for all Foundation.
Regole bilanciate
Il design tecnico-pedagogico del Baskin consiste nell’aver adattato materiale (6 canestri), spazio (2 aree protette), regole (5 ruoli) e comunicazione (tutoring). L’attribuzione a ciascun giocatore di un proprio ruolo, codificato con precisione e visibile anche nel numero assegnato in maglietta, permette di dare una colonna vertebrale al gioco, regolando la composizione delle varie squadre in maniera bilanciata.
Il Baskin in Italia
Oggi il Baskin è praticato in 10 regioni italiane da oltre 8.000 alunni in numerose scuole primarie e secondarie che hanno colto il suo alto valore educativo e da quasi 2.000 giocatori in circa 100 società sportive pionieristiche che partecipano ai tornei organizzati dalla Associazione Baskin ONLUS
Per approfondire
Oltre a “spiegare il Baskin”, è sicuramente indispensabile poterlo vedere. Foto e video sul sito ufficiale baskin.it
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 139, 2017
SOMMARIO
Editoriale
Connessi per davvero di Cristina Tersigni
Dossier: Connessi davvero
La nostra casa Baskin di Nadia Pastori
Il Plusabile di Tommaso e Monica Bertolini
Scoprirsi unici e crescere insieme di Bruno Galante
SafeSurfing di R. Speziale e D. Cannistraci
Dossier: La riconciliazione
La chiesa vicina a mio figlio di Isabelle
La sua prima confessione di Sophie Lutz
Segni efficaci di Gerard Daucourt
Rubriche
Dialogo Aperto n.139
Vita Fede e Luce n.139
Dalle province n.139
Viola e Mimosa
Libri
Dopo di noi - Atti del convegno Anffas di G. Alberti, V. Mariani (a cura di)
Il signor parroco ha dato di matto di Jean Mercier
Hello Harry! Hi Benny! di Gabriella La Rovere
Diari
Padel, una parola che non si capisce di Benedetta Mattei
Tornando a casa di Giovanni Grossi
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