Il compleanno di Juri

“Io ho cinque anni…” questa era la frase che sentivamo incessantemente ripetere dal mattino presto: Juri finalmente compiva cinque anni. Tutti gli amici gli erano intorno per festeggiarlo, per vederlo ridere e scherzare. Non si può esprimere con semplici parole ciò che abbiamo sentito quando Juri spegneva le candeline divertendosi moltissimo e volendo sempre ricominciare da capo.

Forse, anzi certamente, il sue sorriso, la sua allegria sono stati i più bei regali che lui abbia potuto farci. Buffo! È stato ancora una volta lui a dare qualcosa a noi, è sempre stato così, almeno per me, da quando ho conosciuto Juri. Vado da lui nel reparto dei bambini dell’Istituto S. Eusebio per dare quel poco che posso e invece mi accorgo che è sempre lui a rendermi felice se sono triste, a distrarmi con le sue simpatiche battute, da quelle che possono essere “grane egoistiche”.

Ormai posso dire che Juri ha preso completamente la mia vita di tutti giorni. Se per caso non ce la faccio ad andare da lui, mi sento tanto triste e inutile; molte volte mi sono sorpresa a ringraziare il Signore per aver messo sulla mia strada questo favoloso bambino che continuamente mi aiuta a vivere in modo semplice e migliore.

Il giorno del suo compleanno abbiamo voluto fargli capire, non solo con regali materiali, ma con la nostra presenza che lui ha molti amici nel vero senso della parola, che gli vogliono tanto bene, che nei momenti di tristezza pensano al suo faccino simpatico, al suo semplice sorriso, È stata per lui una grande piccola festa, ma per noi è stato qualcosa di veramente importante: è stata la scoperta di un piccolo angelo.

Gabriella Saviolo – Vercelli, 1975


– Leggi anche Gli amici dei Bimbi del reparto Gesù Bambino del Sant’Eusebio di Vercelli


Perché?

Sono solo tre mesi che frequento l’Istituto S. Eusebio. Le prime settimane non sono stata troppo a mio agio, forse perchè non conoscevo nessuno e poi perchè era tutto un ambiente molto nuovo. Venivo 3 o 4 volte a settimanalente perchè avevo delle giornate libere, mi piacevano i bimbi, ecc. Ma dopo poco tempo sono stati i bimbi stessi a farmi ragionare: o io vengo qui con tutta la mia gioia di ragazza per darla agli altri, oppure smetto questa attività. Ho deciso infatti di restare e di continuare prendendo coscienza delle mie azioni.
Per chi e perchè venire quasi tutti i giorni da Porta Torino in bicicletta o a piedi? Perchè negli anni che sto vivendo sento il bisogno di dare agli altri tutto ciò che posso, e spero che io non mi stanchi mai di dare?

Quando non frequentavo ancora l’Istituto S. Eusebio non pensavo che dei bimbi subnormali potessero dare così tante soddisfazioni, così tanto affetto. Juri, Gianni, Ambrogio, luigi, Massimiliano, Roberto… quanti nomi si potrebbero fare!
Non solo i nostri bimbi subnormali, ma quelli di tutto il mondo, e anche quelli spastici, sono convinta che pensano, forse in modo diverso da me, che amano, forse in modo diverso dal mio, che sono felici, forse in modo diverso da come lo sono io, ma ugualmente si esprimono, hanno una loro personalità e se Dio li ha creati significa che sono come noi.

Dico la verità: in questo momento e per sempre sento che amo veramente questi bimbi. Ma perche? Porse perche sono stati loro stessi ad insegnarmi ad amare!

Cristina Baracco – Vercelli, 1975

Giovanissimi – Insieme n. 5 ultima modifica: 1975-05-03T12:07:13+00:00 da Redazione

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