Che cosa è «Fede e Luce»?
In ogni numero di questa rivista qualche pagina è dedicata al movimento Fede e Luce. Per i lettori che non lo conoscono descriviamo le idee essenziali e l’attività di Fede e Luce
Chi siamo?
Gente qualunque, chiamata e riunita da coloro che, tra noi, sono i più piccoli e fragili. Gente di 30 paesi, riunita in 549 comunità – Fede e Luce è nata nel 1971.
Partecipando alla vita delle Comunità troviamo:
SE SIAMO PERSONE HANDICAPPATE, il nostro vero posto nelle comunità umane e cristiane.
SE SIAMO LORO GENITORI, il sostegno dell’amicizia che ci aiuta a conoscere meglio nostro figlio, a scoprire via via le sue capacità di progresso e scorgere in lui una fonte di unità.
SE SIAMO AMICI, la possibilità di conoscere la persona handicappata mentale, di impegnarci nei suoi confronti, di lasciarci condurre da lei su cammini nuovi
Per che cosa?
Viviamo qualcosa insieme… una sconfitta… una sfida… una speranza…
Una comunità Fede e Luce, che normalmente raggruppa una trentina di persone, si riunisce con regolarità per vivere:
- Un momento di incontro e di scambio: ogni riunione comporta un tempo per ritrovarsi, per parlare insieme, ascoltarsi a vicenda. L’importante è stabilire relazioni personali; scopriamo cosile sofferenze e i doni gli uni degli altri, impariamo a conoscerci e a chiamarci per nome. Lo scambio si fa con la parola, con attività in comune. Nell’amicizia, fatta di delicatezza e di fedeltà, cerchiamo di essere segno dell’amore di Dio;
- Un momento di festa: incontri sono caratterizzati da un tempo di allegria: si canta, si balla, si pranza, si gioca…;
- Un momento di preghiera: l’incontro umano trova il suo compimento nella preghiera e nella celebrazione eucaristica, comunione con Dio e con i fratelli.
Quando?
La comunità si incontra a ritmo regolare, ogni settimana per alcuni, ogni mese per molti, ogni sei settimane quando le persone sono molto lontane fra loro.
L’incontro ha luogo la sera, o il pomeriggio del sabato, o la domenica, o per tutta la giornata; ogni tanto per un fine settimana.
Dove?
E’ bene avere un luogo fisso, dove ci si trova bene, che si conosce bene; ma si può andare di quartiere in quartiere, di parrocchia in parrocchia, e, quando è possibile, ci si può riunire in casa di qualcuno (quando è abbastanza grande).
Come?
Gli incontri non si «creano» da soli: bisogna che qualcuno prenda l’iniziativa. E’ quindi necessario, all’interno di ogni comunità, un gruppo più stretto (4-7 persone responsabili — genitori, amici, sacerdote…) che la animi e ne stimoli la crescita.
Le comunità, unite fra loro da legami di amicizia, da incontri regionali, nazionali, internazionali, da una Charta e una Costituzione, cercano di integrarsi nelle attività della società e della Chiesa, particolarmente della parrocchia.
L’amore è fonte di creatività
Secondo l’ispirazione di Dio ed i bisogni, Fede e Luce può essere portata a prendere altre iniziative: accoglienza e animazione di una giornata, soggiorni di vacanza, incontri fra comunità, pellegrinaggi, giornate di formazione, ritiri, week-end di approfondimento…
«L’importante è ritrovarsi, ascoltare la persona handicappata, affinché nascano veri legami. Allora ci si conosce, ci si vuole bene, e non si lascia più sola la persona, cercando di portare i pesi gli uni degli altri, di incoraggiarsi a progredire» (Jean Vanier)
«Fede»
PERCHÉ CREDIAMO
- che ogni persona, handicappata o meno, ha in sé una dignità umana e divina da rispettare e far crescere
- che il valore della persona deve essere cercato al di là della sua apparenza
- che il valore della vita non è legato alla autonomia o alla produttività
- che nulla più dell’amore può aiutare una persona a dare il meglio di sé
- che i genitori, anche se forti e coraggiosi, hanno bisogno degli altri
- che tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno di amare e di essere amati
- che siamo tutti amati da Dio, così come siamo
- che questo Amore dà un senso alla nostra vita
«Luce»
PERCHÉ VEDIAMO
- che i «piccoli» mettono in noi una luce che ci rivela la nostra vera persona al posto del personaggio che credevamo di essere
- che questa luce, ricevuta dai più piccoli, ci invita a dare alle cose il loro giusto valore e a rimettere in causa la scala dei valori
- che la loro presenza nella Chiesa è un appello costante a convertirsi allo spirito delle Beatitudini per testimoniare nel mondo la parola di Gesù: «Beati i poveri…»
- che i piccoli ci obbligano a raggiungerli nella loro semplicità, nella loro limpidezza
- che essi sono, dunque, un elemento di unione e di verità tra le persone
Ombre e Luci vuole essere per le persone handicappate, i genitori, gli amici, un sostegno nella vita di ogni giorno.
Ci sono tante famiglie da raggiungere, parrocchie che non sanno come fare ad accogliere le p.h.
Fatevi promotori anche voi di questo aiuto. Diffondete dove potete la rivista, chiedeteci copie – saggio.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.8, 1984
SOMMARIO
Editoriale
Ritrovarsi genitore di un bambino handicappato di Marie Hélène Mathieu
Articoli
Essere forti per lei di J. Michel e F. Bouchoud
Ed era la nostra consolazione di Roberto Mezzaroma
Natale del mio cuore di Camille Proffit
So quel che non bisogna fare Intervista a Marie-Odile Réthoré
E gli altri figli? Bisogna a ogni costo che... di Marie-Odile Réthoré
Prima che sia tardi di Sergio Sciascia