«Quando è stato tolto il telo dal quadro mi sono sentita bene, c’era tantissima gente, si sono sbalorditi: “Anvedi che bel quadro che ha fatto quella ragazza di Roma!”». È Carla, una delle persone con disabilità residenti presso la comunità Il Carro, a ricordare con nitidezza le sensazioni vissute alla loro prima Personale.
Due anni fa, per l’annuale festa del Carro, abbiamo deciso di organizzare una mostra con tele realizzate da tutti i nostri ospiti. I quadri sono stati presentati in modo scenografico: coperte da un drappo e appese con fili sottili lungo tutto il perimetro della sala polifunzionale, le tele venivano scoperte annunciando, uno per volta, gli artisti che le avevano realizzate. Come casa famiglia, è stata la prima volta che ci siamo cimentati in qualcosa di così elaborato. Spesso, in passato, avevamo usato tempere e acrilici per dipingere su materiale vario, come un’infinità di vasetti, oggetti di legno o creta, stoffe, striscioni, cartelloni, ovviamente tantissimi fogli e quaderni… ma anche mobili!
Abbiamo avuto un incontro molto bello con il laboratorio d’arte di Sant’Egidio a Trastevere: siamo molto legati al gruppo e cerchiamo di frequentarlo almeno tre o quattro volte durante l’anno. Lì, oltre al piacere di mischiarci con persone diverse e fare nuove amicizie, si è immersi nell’arte: quella delle tele, prodotte dai partecipanti al laboratorio, e quella del luogo, parte di un’antica chiesa nella quale sono conservati busti di marmo e bellissimi soffitti a volte.
Prendendo spunto da questa esperienza abbiamo deciso di tentare anche noi, con risultati che sono oggi ancora visibili nei quadri appesi nel salone della casa, almeno finché non soffierà di nuovo il vento del rinnovamento.
La particolarità del dipingere su tela, rispetto ad altre attività creative fatte in casa famiglia, è l’estemporaneità con cui il dipinto viene eseguito.
Altre attività hanno tempi tecnici, come ad esempio tra la prima e la seconda mano per la decorazione di un vaso, l’ultimo passaggio di vernice protettiva e in seguito anche del travaso. Invece, predisponendo inizialmente il tavolo con protezioni, pennelli e colori, le tele sono state prodotte nell’arco di un pomeriggio e il lavoro è andato avanti da sé, iniziato intorno a un tema specifico o all’impostazione della tela in un certo modo, seguendo le inclinazioni di ogni ospite e cercando di avere in mente il risultato che si voleva ottenere. Ci siamo resi conti però che era più facile – oltre che più gratificante per tutti – lasciar libertà di esprimersi il più possibile, ottenendo anche risultati migliori. I nostri ospiti sono molto diversi tra di loro e con differenti livelli di capacità: per chi sta accanto, la sfida è far emergere il più possibile il loro punto di vista, in modo che quello che stanno creando renda loro giustizia. Un’altra ospite, Rita, ricorda di essersi «divertita a dipingere il quadro, ho usato tutti i colori, giallo, blu, celeste, verde… con pennello e spugna».
Dopo la festa abbiamo ripetuto l’attività di pittura su tela, e continueremo a farlo anche quest’estate perché le tele sono state viste da diverse persone e abbiamo avuto delle commissioni!
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 151, 2020
SOMMARIO
Editoriale
Nutrire talenti di Cristina Tersigni
Focus: Viaggio nell'arte
Il linguaggio dell’arte di Marta de Rino ed Eleonora Secchi
Metti da parte la fretta di Gianni Verni
Ferma lo sguardo di Cristina Tersigni
Estemporanea e personale di Giorgiana Tinazzo
Buongustaio dell’arte di Cristina Tersigni
Intervista
Il diritto a un libro vero di Giulia Galeotti
Testimonianze
Forse una ragione c'è di Stefano Nasuti
Dall'archivio
Un pomeriggio chiamato laboratorio di Francesca Polcaro
Associazioni
Museo per tutti di Cristina Tersigni
Fede e Luce
Noi, non io di Serena Sillitto
Spettacoli
Accarezzando insieme l'erba di Enrica Riera
Rubriche
Dialogo Aperto n. 151
Vita Fede e Luce n. 151
Libri
Il cuore è una selva di Novita Amadei
Il chiosco di Anete Melece
Malintesi di Bertrand Leclair
Un'esperienza personale di Kenzaburo Oe
Diari
Caro presidente Sergio Mattarella di Benedetta Mattei
Natura e musica di Giovanni Grossi