Nato in Unione Sovietica, per inseguire il sogno di diventare regista Kirill Mikhanovsky si è trasferito negli Stati Uniti, a Milwaukee, mantenendosi attraverso vari lavori, tra cui l’autista di un pulmino per persone con disabilità. Questa duplice esperienza di vita e di lavoro è confluita nel film Give Me Liberty (2019). Il protagonista è infatti un giovane autista di origine russa che durante il turno in cui deve trasportare alcune persone con difficoltà motorie attraverso una città quasi bloccata, si trova costretto a stipare nel suo pulmino un nutrito e rumoroso gruppo di anziani russi bisognosi di un passaggio.

Il risultato è un mix esplosivo e spassoso negli spazi stretti dell’automezzo, con un continuo balletto di saliscendi e chiassose discussioni tra inglese e russo. La vitalità dei personaggi è tale da abbattere ogni barriera, quelle linguistiche ma anche quelle fisiche: è un film caotico Give Me Liberty, un film che mette in scena persone comuni eppure a modo loro eccezionali, che non abbellisce la realtà ma la mostra per quel che è, senza drammi e senza patetismi, divertente e nevrotica. Sfruttando alla perfezione, nello sviluppo di questa esile trama, anche l’esperienza reale del Milwaukee Eisenhower Center dedicato alle persone con disabilità, che viene pacificamente invaso dai vivaci russi, un po’ disorientati, ma molto divertiti. Oltre al giovane protagonista Chris Galust, il film segna anche l’esordio al cinema della coprotagonista Lauren “Lolo” Spencer, attrice nera e con disabilità, perfettamente a suo agio nel mostrare la frustrazione di chi dipende da qualcun altro per gli spostamenti a lungo raggio, ma altrettanto dotata di grazia, bellezza, sentimenti e romanticismo – come qualsiasi ragazza della sua età.

Anche il confidente del protagonista, tipico personaggio di contorno da commedia, dona le sue perle di saggezza dal letto dove si trova a causa di una malformazione: ma nessuno spettatore baderà al suo aspetto più di quanto non badi alle sue preziose parole, come infatti fa il giovane autista che lo ascolta rapito. Candidato a quattro Oscar, tra cui quello per la migliore attrice non protagonista, nell’edizione 2020 degli Indipendent Spirit Awards (premio del cinema indipendente americano che si tiene il giorno prima dell’Oscar) il film ha vinto il John Cassavetes Award, riservato alle pellicole dal budget inferiore ai cinquecentomila dollari. Prima Give Me Liberty aveva ricevuto l’illustre Seal of Authentic Representation della Ruderman Foundation per l’accurata rappresentazione delle persone con disabilità.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 150, 2020

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SOMMARIO

Editoriale
E sono 150! di Cristina Tersigni

Focus: Piccolo e grande schermo 
La varietà in cui viviamo di Giulia Galeotti
Interpreti di se stessi di Giulia Galeotti
Give Me Liberty di Claudio Cinus
Years and Years di Matteo Cinti
Quando ha recitato sottovento di Daniele Cogliandro
Due fratelli e la brigata inglese di Giulia Galeotti
...e per approfindire, c'è il nostro speciale Cinema e disabilità.

Intervista
Corrispondenze (e zoomate) dalla Russia di Cristina Tersigni

Testimonianze
Una piccola malga di Lucina Spaccia

Dall'archivio
Abitare la speranza di Mariangela Bertolini

Associazioni
Risposte concrete per bisogni concreti di Enrica Riera

Fede e Luce
Vicini a distanza di Angela Grassi

Spettacoli
La sfida di rileggere le scene del cinema di Matteo Cinti

Rubriche
Dialogo Aperto n. 150
Vita Fede e Luce n. 150

Libri
Il dono oscuro di John M. Hull
I bambini sono speranza di Papa Francesco
Diversi di Gian Antonio Stella
Tempo di imparare di Valeria Parrella

Diari
La differenza tra Shakespeare e Insinna di Benedetta Mattei
Come sono cambiato in questi anni di Giovanni Grossi

Give Me Liberty ultima modifica: 2020-06-06T05:23:40+00:00 da Claudio Cinus

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