Quasi ogni sera Emanuela trova il modo di farmi sapere che cosa vuole mangiare il giorno dopo. Se vuole i cannelloni lascia il forno aperto. Oppure tira fuori dal pensile il tonno e i piselli. Se vuole gli gnocchi, la sera prima tira fuori le patate e la farina… e il giorno dopo, chiaramente giovedì, gnocchi!
Io ho 72 anni e mia figlia Emanuela ne ha 43. Emanuela non parla e con pochi gesti fa capire quel che occorre. Soprattutto vuole vedermi lavorare in casa: cucinare, piegare i panni, far la lavatrice… preparare una valigia per essere pronta a partire! Praticamente una “suocera”: non posso stare a lungo seduta a far niente. La cosa incredibile è che Emanuela sa perfettamente i giorni della settimana (non sembra aver la possibilità di esserne consapevole ma chi la conosce sa che capisce tutto quel che le capita intorno) e sa che il martedì e il giovedì ci sono i dentisti che hanno lo studio nel nostro pianerottolo: non manca mai di andare a salutarli – anche ora tra mascherine e guanti. Spesso preparo loro il pranzo e gli gnocchi sono tra i preferiti il giovedì. Con il sugo alle spuntature (o con i quattro formaggi come li faccio a mio figlio quando viene a trovarmi dalla Francia). Così Emanuela il mercoledì sera tira fuori, se ne ha voglia, la farina con le patate perché il giorno dopo non dimentichi di preparare gli gnocchi per tutti e quattro, noi due e i dentisti amici vicini. Senza assistenza domiciliare e centro diurno per restare al riparo dall’epidemia di coronavirus, ho continuato a cucinare ben più del solito. Oggi gnocchi anche per voi!
Ingredienti (per 4 persone):
Per gli gnocchi:
- 5-6 patate di media grandezza
- 1 uovo
- 400g di farina
- sale e pepe
- noce moscata
Per condire:
- spuntature o costine di maiale
- olio extra-vergine
- vino bianco
- passata di pomodoro
- un bicchiere d’acqua
Procedimento:
Per 4 persone si fanno bollire 5-6 patate di media grandezza in acqua salata. Quando si infilano con una forchetta sono pronte. Una volta sbucciate e ben schiacciate (con passapatate -in questo caso non serve neanche togliere la buccia- o una forchetta) si mettono a fontana su un piano di lavoro. Si condiscono con sale, pepe, noce moscata e un uovo (come consigliava una zia del marito di Nunzia che aveva un ristorante vicino al lago di Bracciano e ne faceva di buonissimi). Poi si aggiungono pian piano circa 400 gr di farina. Possono occorrere poco più o poco meno, ma la consistenza da raggiungere deve essere morbida e non appiccicosa. Si fa una palla con l’impasto; se ne prende un pezzetto alla volta sufficiente per farne dei rotolini larghi poco meno di due dita e lunghi almeno venti centimetri; si tagliano tanti pezzetti con un coltello di un paio di centimetri per volta (anche più piccoli, a seconda di come piacciono, piccoli o grandi). Si appoggiano su un vassoio ben infarinato e non appiccicati tra loro. Si cucinano velocemente in acqua abbondante bollente e salata; sono pronti appena cominciano a venire a galla.
Per il condimento… senz’altro sugo alle spuntature di maiale: si fanno soffriggere in un po’ di olio evo una carota, una costa di sedano e una cipolla media ben triturati. Si aggiungono le spuntature (si chiamano anche costine) e, quando sono rosolate, si sfuma con un bicchiere di vino bianco. Sfumato il vino si aggiunge la passata di pomodoro (il sugo deve coprire la carne) e un bicchiere di acqua. Si lascia cuocere per un’oretta fino a che il sugo non ha preso un bel colore rosso arancio.
Alternativa ai quattro formaggi: si sciolgono in un tegamino a fuoco basso o a bagnomaria, due cucchiai di asiago a pezzetti, quattro cucchiai di parmigiano, due cucchiai di gorgonzola, due cucchiai di groviera.
In ogni caso… mangiare ben caldi!!!
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