Una breccia nel muro è un’associazione di volontariato e Una breccia nel muro – Servizi una cooperativa di servizi, due braccia con un medesimo obiettivo. I terapisti e i supervisori della cooperativa insegnano ogni giorno ai bambini (dai 18 mesi ai 12 anni e, con altri servizi, fino ai 18) a indicare preferenze o bisogni e a facilitare le relazioni sociali, con programmi altamente personalizzati legati all’analisi comportamentale; L’associazione eroga le terapie in solidarietà, avvalendosi del personale della cooperativa. I volontari si occupano di raccolta fondi, delle attività di servizio e del progetto “Con gli altri, come gli altri”: perché un bambino con autismo possa vivere insieme agli altri e perché le famiglie non vengano lasciate sole e nella paura di non poter vivere esperienze comuni per gli altri, come andare al cinema. Il buio, i rumori forti, il restare a lungo seduti rischiano di essere ciascuno un motivo scatenante di qualche comportamento problematico. La Breccia organizza spettacoli a misura: le luci in sala sono soffuse, il volume è ridotto; l’eventuale urlo o corsa del bambino non sono inaspettati, sollevando i genitori dall’ansia.
Oltre alla formazione di operatori e familiari e alla ricerca per il miglioramento delle strategie educative, l’associazione promuove numerosi progetti inclusivi innovativi e inaspettati. Il progetto rugby, ad esempio: può uno sport con contatti fisici così frequenti e importanti essere proposto a chi tanto spesso li evita? Sembra proprio di sì e l’impegno rigoroso sul singolo e sul gruppo aiuta il progresso nell’area delle relazioni sociali. Poi il golf, gli scacchi, le giornate sulla neve, tutte attività aperte anche ad altri bambini, familiari, amici e compagni di scuola.
L’associazione dal 2010 e la cooperativa dal 2016 operano sull’autismo, attraverso metodi scientificamente riconosciuti, nelle sedi di Roma e Salerno. Cooperano con istituzioni universitarie e ospedaliere, come il Bambino Gesù, e con associazioni private sociali del territorio dando vita a un circuito fecondo che permette di sostenere le famiglie in difficoltà economica. Alberto Zuliani, il presidente, sottolinea nei suoi interventi che «dall’autismo non si guarisce», è una condizione, ma si può migliorare la qualità di vita delle persone autistiche, favorirne l’inclusione a partire dalla scuola, e ridare fiducia alle famiglie. Alice, una mamma, sottolinea che «è importante parlare di quella che è la propria realtà. Perché paradossalmente se l’autismo è il 90% della tua vita, di fatto è la parte più piccola che condividi con le persone che incontri durante il giorno». La vedete, ora, la breccia nel muro?
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 148, 2019
SOMMARIO
Editoriale
Sconvolti e trasformati di Cristina Tersigni
Focus: L'incontro con la disabilità
La mia caduta da cavallo di Annick Donelli
Quegli anni tra Boston e Chicago di Luca Badetti
Tenera e magnetica di Serena Sillitto
Vittorio e la zia Minni di Maria Novella Pulieri
Intervista
Unica nel suo genere di Cristina Tersigni
Testimonianze
Lo sguardo sulla persona con disabilità di Nicla Bettazzi
Dall'archivio
Per la prima volta lontano da me di Rita Ozzimo
Associazioni
Una breccia nel muro di Cristina Tersigni
Fede e Luce
Chiamare per nome la paura della Comunità Edelweiss
Spettacoli
Non tutto è buio di Claudio Cinus
Rubriche
Dialogo Aperto n. 148
Vita Fede e Luce n. 148
Libri
La straniera di Claudia Durastanti
Who Is My Neighbor? di Amy-Jill Levine e Sandy Eisenberg Sasso
Vite straordinarie 2 di Superabile INAIL
Con occhi di padre di Igor Salamone
Diari
In curva sud di Benedetta Mattei
Mio cugino Paolo di Giovanni Grossi