Nella mia comunità ne ho sentito parlare, so per certo che Jean Vanier era una persona importante. Quello che è brutto è che non si ha modo di frequentarlo, per la lontananza, io l’ho visto di sfuggita quando avevo quarant’anni, era amato per il suo pensiero sui giovani e sulla Chiesa, quando c’è la messa, io l’ho apprezzato ma noi per vederlo dobbiamo aspettare un evento della fede, e quando si manifesta al pubblico. Secondo me la religione ci accomuna tutti perchè siamo tutti in attesa di un miracolo e della discesa dello spirito santo. Jean Vanier se non era francese ed era italiano lo capivo di più. È una persona da adorare e apprezzare per quello che ci ha voluto dire e non bisogna essere tristi e non essere scontenti della vita se qualcosa non riusciamo ad ottenere un lavoro un amore per Maria e per la sua vita, che è stata per noi un esempio. Anche Vanier è per noi un esempio. Io mi sento come se fosse un amico che non ho apprezzato abbastanza, ma so che ha una presenza fra le persone importanti. Come faccio a capire che era grande non lo so, ma resta il dolore per una persona cara non conosciuta abbastanza, ma che con le parole e il suo insegnamento ci ha resi più sicuri e uniti seguendo le sue orme. Poi ho capito che ha avuto tanto da dire, perchè è un maestro.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 146, 2019
SOMMARIO
Editoriale
Uomo del Regno di Giulia Galeotti
Focus: Jean Vanier
Jean e il carro di Geneviève di Giulia Galeotti
Il coraggio di cambiare di Giulia Galeotti
Levatrice di cose nuove di Cristina Tersigni
Ci ha fatto vedere ciò che non avevamo ancora visto di Andrea Lonardo
Il tesoro nascosto nel campo di Cristina Tersigni
L’autista più illustre di Serena Sillitto
Il tuo ultimo soffio di Angela Grassi
Dall'archivio
Ritrovare la nostra umanità di Jean Vanier
Spettacoli
La tenerezza di Jean in un film di Anne Dagallier
Libri di Jean Vanier
Le grandi domande della vita
Ho incontrato Gesù, mi ha detto: "ti voglio bene"
La comunità, luogo del perdono e della festa
Larmes de silence
Diari
«Daje Benedetta», «Daje tu, bello!» di Benedetta Mattei
Come avrei voluto vederti più spesso di Giovanni Grossi