Una partita del cuore

Dopo la meravigliosa intensissima giornata della Kimata Cup, il risveglio è pieno di un miscuglio di sensazioni… La mente corre e vede scorrere i volti sorridenti di tutti, dei ragazzi albanesi, ciprioti, italiani che hanno partecipato al torneo, dei tanti amici di Fede e Luce e non, che hanno assistito emozionandosi sugli spalti. Dalla panchina ho visto caricarsi un’energia positiva che esplode in campo, ma sempre con il più giusto e corretto atteggiamento puramente sportivo che vuole vincere e che rispetta il compagno e l’avversario, che aiuta chi sta più indietro. Come quando i calciatori e l’allenatore albanesi hanno incitato la nostra Cristina anche loro facendole attraversare il campo, libera per tirare in porta. E lo stesso abbiamo fatto noi con un giocatore cipriota con meno abilità. E questa carica fa tirare fuori energie e abilità inaspettate a ragazzi che forse in passato raramente avevano giocato a calcio… Anche chi ci è venuto a vedere ha contribuito a creare un clima di festa che resterà nei nostri cuori. Grazie a tutti!
(Paolo Catapano – Roma)

Dove trovo un senso di calma

Mi chiamo Emiliano Caprini e faccio parte di Fede e Luce nella comunità San Gaetano. Dieci anni fa sono arrivato tramite una psicologa che conosceva Huberta; purtroppo il lavoro che svolgo è molto impegnativo e vado a Fede e Luce quando posso anche perché ho i miei genitori che non stanno molto bene. Mio padre ha 82 anni e sta cominciando ad avere l’Alzheimer, tutte le mattine lo devo accompagnare a fare la spesa perché spesso perde i soldi; il mio lavoro si svolge la mattina alla Banca IBL e il pomeriggio ai Musei Vaticani come operaio pulitore. Le volte che vado a Fede e Luce trovo un senso di calma, anche al campo di Tarquinia con Antonio e Giuseppe, i miei più cari amici. Alla casetta scambiamo opinioni, ognuno parla dei propri problemi, svolgiamo attività, dopo il pranzo stiamo un po’ all’aria aperta.
(Emiliano Caprini – Roma)

Famiglia

Andrea e la sua famiglia

Ciao Andrea

Regalava un libro a ogni amico che incontrava: è una delle cose che Silvana Zamperoni mi ha raccontato quando ha telefonato per comunicarci la morte del figlio Andrea, avvenuta nel giorno della festa dell’amato san Francesco, in seguito ad alcune complicazioni purtroppo frequenti per i dializzati di lungo termine come lui. Andrea stesso aveva parlato della fatica della dialisi nel numero di Ombre e Luci dedicato alla salute ordinaria nella disabilità, facendo trasparire comunque una grande determinazione, tanta forza e giovialità. Ho potuto conoscerlo prima dai racconti della mamma e poi in due lunghe, belle telefonate con lui stesso. Mi ha stupito, Andrea, con la sua grande capacità e voglia di intrattenere e intrattenersi con me, praticamente una sconosciuta. E ho compreso come abbia potuto segnare la vita dei suoi cari con un profondo bene nelle avversità innegabili che ha incontrato. Da qui, lo ringraziamo di aver condiviso con tutti noi un pezzo della sua preziosa esistenza.
Cristina Tersigni (Roma)

Lei

Con la donna al cancello
è venuto il tempo bello
Se la guardo estasiato,
lo spettacolo è assicurato
Dopo la rima di giornata
la mia donna ho baciata
(Claudio Moriggia)

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.168

Copertina di Ombre e Luci n. 168 (2024)

Dialogo Aperto ultima modifica: 2025-02-07T11:04:41+00:00 da Redazione

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