Vite preziose

di Luciana Spigolon

Mio cugino Claudio, al profumo di lavanda

26 Feb 2025 | Vite preziose | 0 commenti

Ho deciso di fissare in una pagina il ricordo di Claudio, un cugino di terzo o quarto grado, venuto a mancare a gennaio. So molto poco di lui, sarebbe molto più opportuno che ne parlasse il fratello Gabriele con la moglie Maria; loro che hanno sempre vissuto affianco e se ne sono presi cura, in maniera particolare soprattutto negli ultimi anni.

Claudio, un uomo di 68 anni con lieve disabilità, credo abbia riempito non solo la sua casa dove ha vissuto da sempre con i genitori e fratelli, ma anche le strade, la piazza del suo piccolo paese nei colli Euganei. A casa ha sempre occupato un posto di privilegio; ricordo i genitori con quanta premura e amore si occupavano di lui, dandogli la sua autonomia anche se parzialmente limitata, e la libertà nel coltivare le sue passioni. Lo faceva anche con estremo coinvolgimento di se, tanto da esasperare nel ricordarle di continuo.

Aveva la passione dei canarini; per anni li ha curati, e guai a chi si avvicinava, guai se la mamma diceva che li buttava via o li lasciava andare, guai se gli chiedevi che ne regalasse uno. Aveva il suo regno: nella sua camera il registratore con le musicassette; io non le ho mai viste, ma da quello che diceva la mamma erano tantissime. Lo ricordo soprattutto negli ultimi anni con la mamma; non lavorava più e quindi era a casa tutto il giorno. Brontolava, brontolava sempre, gli mancava sempre qualcosa; ma anche voleva telefonare a più persone, alle sorelle, a parenti amici. Cercava il contatto sempre. Era un grande uomo di relazione, anche se poi sconfinava nella gelosia, pauroso che qualcuno gli prendesse qualcosa di suo.

Ma Claudio, come dicevo, ha riempito il suo paese. Per tanti anni ha fatto il parcheggiatore in due ristoranti del posto. Lo ha fatto con passione e con tanta responsabilità. E per recarsi a lavorare ci andava a piedi, siamo nei colli, oppure faceva l’autostop, si metteva in mezzo alla strada gesticolando e riusciva ad essere convincente, così le persone si fermavano. Ma un’altra grande passione era la lavanda, ne raccoglieva tantissima – nel suo paese ce n’è in abbondanza – la chiedeva, addirittura gliela portavano a casa in grande quantità e lui con tanta cura la confezionava, faceva le cosidette “pannocchie di lavanda”. Credo sia un arte, ha imparato dallo zio, ma che ora era solo sua. E poi alla festa di paese, aveva il suo posto in piazza dove si metteva con il cesto a venderle con molto orgoglio e simpatia.

Nella comunità aveva il suo posto, se lo è conquistato con fatica e determinazione; con il suo modo di fare, con lo sguardo furbo e attento, il suo sorriso ha coinvolto la simpatia di molti. E della sua preziosità e unicità ne è stata prova la celebrazione del funerale. La chiesa gremita di gente, amici, oltre a tanti parenti; i suoi familiari, in particolare il fratello Gabriele con Maria hanno potuto avere consolazione dalla presenza e vicinanza di molte persone.

Perchè ho voluto parlare di Claudio? Perché grazie a Claudio ho avuto modo di ascoltare chi lo ha amato e curato fino alla fine dei suoi giorni: il fratello con la moglie. Due persone molto buone, generose e umili che non amano per farsi notare. Due persone che con riservatezza, rispetto e dedizione si sono presi cura di Claudio, permettendo a lui la sua autonomia, garantendogli il benessere psico-fisico nella sua casa. Circondato da amore e affetto anche dai nipoti, che sull’esempio dei genitori gli hanno voluto molto bene.

Finchè c’erano i genitori, sono stati nell’ombra, ma sempre vicini, e poi a tempo pieno. Ho sentito la sofferenza di Gabriele e Maria per la morte di Claudio, ma ho soprattutto “gustato” l’amore grande che hanno avuto per lui. Negli ultimi anni aveva avuto più problemi di salute, gli sono sempre stati molto vicino con tanta premura e apprensione. Claudio è stato un uomo fortunato, ha avuto il fratello maggiore Gabriele che gli ha voluto bene, insieme con la moglie che a sua volta lo ha accolto come fratello, e con i nipoti.

Gabriele è stato per Claudio una persona in penombra, è stato il suo angelo custode, presenza preziosa invisibile finchè c’erano i genitori, e poi in pienezza. La sua bontà d’animo ha sicuramente dato speranza ai genitori, dando pace e tranquillità al dopo di loro.

Mio cugino Claudio, al profumo di lavanda ultima modifica: 2025-02-26T11:56:42+00:00 da Luciana Spigolon
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