Siamo vicini alla Pasqua, preceduta dalla Settimana Santa, in particolare dal triduo pasquale con i suoi santi riti che conducono per mano ogni cristiano fino alla Resurrezione.
Ho nella mente la Pasqua del 2020, quando a causa del covid è stato chiuso tutto, anche le chiese, e nessuno ha potuto celebrare nelle comunità cristiane. Costretti e chiusi in casa, chi ha voluto ha seguito in tv, anche se pure questo non era preparato e programmato. Ricordo quanta tristezza avevo, e quanto desiderio di celebrare in chiesa: la benedizione delle palme, la lavanda dei piedi, la Via Crucis, la Passione, la veglia pasquale. È stato per me un vuoto.
Ma ricordo anche una riflessione che mi ha accompagnato: ora è il tempo di riscoprire la bellezza della chiesa domestica, la famiglia. Allora come oggi, mi trovo a vivere con mio fratello e sorella, entrambi in carrozzina. È questa la mia chiesa domestica, dove la fede è vissuta nelle azioni, o meglio dove il prendermi cura delle persone fragili è fortificata dalla fede.
E così in quella Settimana Santa ho cercato di riflettere su alcuni gesti, che ogni anno vengono fatti per far memoria del dono del Signore. Ho sentito il bisogno di vivere con i miei fratelli la lavanda dei piedi. Solo il pensiero di quel momento mi fa trasalire di emozione. Il mettermi davanti alla carrozzina, inchinarmi davanti a loro, prendere i piedi di Giorgio e Cristina (così si chiamano i miei fratelli) e lavarli pensando a Gesù. È stato un grande dono che il Signore ci ha lasciato, come è un grande dono il poterlo fare ogni giorno. Sì, quel gesto l’ho fatto in un giorno preciso, il Giovedì Santo, per dare significato a quel giorno, per far memoria del gesto di amore fatto da Gesù.
Oggi ripensandoci, penso a tantissimi genitori, soprattutto mamme, che con premura e amore lavano i piedi ai figli con disabilità, per 365 giorni all’anno, nel silenzio e nascondimento della propria casa, in famiglia “chiesa domestica”. Ma anche fratelli e sorelle che se ne prendono cura a loro volta… E così fanno parte di quel dono d’amore del Signore. Il gesto di Gesù fatto durante l’ultima cena si è concluso con le parole: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”.
Difficilmente i nostri familiari con disabilità saranno scelti al Giovedì Santo nelle comunità cristiane per la lavanda dei piedi (mi viene in mente a tal proposito quando si parlava in parrocchia su chi coinvolgere per tale momento) ma noi genitori, fratelli e sorelle, abbiamo il privilegio di poterlo fare sempre in memoria della prima lavanda dei piedi fatta al cenacolo da Gesù. Avremo da Lui la ricompensa.
È Gesù in noi che ci sostiene nel nostro aver cura delle persone fragili, come anche è Gesù stesso in loro che ha bisogno di essere curato e servito.
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