Vite preziose

di Luciana Spigolon

Rete

26 Nov 2024 | Vite preziose | 0 commenti

Nei mesi scorsi, dopo essere stata informata da una lettrice di Ombre e Luci, mi sono messa in contatto con diverse associazioni, tra le quali una fondazione Paidea-Siblings di Torino.

Ho così avuto modo di partecipare a tre incontri online. La media di partecipanti è stata di una cinquantina di fratelli e sorelle di persone con disabilità; giovani, ma soprattutto adulti, da diverse provenienze. Gli incontri hanno avuto semplicemente lo scopo di affrontare dei problemi, o meglio un vissuto personale, di condividerlo, parlarne.

I temi affrontati sono stati:

  • Il ruolo del sibling adulto tra indipendenza e caregiving
  • La comunicazione in famiglia tra aspettative e libertà
  • La vita affettiva del sibling adulto

Per ogni incontro è stato chiesto precedentemente a 2 o 3 fratelli o sorelle di persone con disabilità di portare la loro testimonianza. E sono stati racconti intensi e intimi. Sono stati molto bravi a parlare del proprio vissuto molto personale e delicato. Credo non sia stato facile uscire allo scoperto, ma lo hanno fatto e questo ha arricchito sicuramente ciascuno di noi, e ha aiutato ciascuno a sentirsi meno soli.

Ricordo la sensazione che ho avuto al primo incontro: ha portato la sua esperienza una certa Anna di una provincia piemontese. Ha la mia età. Mentre parlava ho avuto proprio l’impressione di essere io a parlare. Il suo racconto era come uno specchio del mio vissuto, anche se le componenti familiari sono diverse, il vissuto psicologico affettivo relazionale è lo stesso. In quel momento mi sono sentita Anna, mi sono sentita in compagnia. Ho capito che la mia vita è simile a tanti altri fratelli e sorelle, con lati oscuri e chiari, con conquiste e perdite, con gioie e dolori, con entusiasmi e sconfitte, con silenzi e dialoghi, con pesi e soddisfazioni.

Ma ho avuto anche la conferma che noi siamo cresciuti in fretta, siamo diventati responsabili della vita del fratello o sorella con disabilità fin da piccoli, e poi responsabili della vita. Ci siamo fatti carico della fragilità, e la vita per noi non è una banalità, e non ha il senso del vivacchiare e prendersi gioco degli altri. Ma abbiamo incarnati in noi, pur nella fatica o forse nella ribellione, il rispetto e l’amore per il proprio fratello o sorella fragile.

Certo, una componente importante della nostra crescita è stato ed è il dialogo con i genitori, in famiglia. E bisogna dire che non tutti vivono questa esperienza in maniera serena e aperta. Ma la nostra sensibilità se da una parte ci ha fatto soffrire dall’altra ci ha aiutato a cogliere anche le parole non dette espressamente dai nostri genitori.

Trovo, in conclusione, che questi incontri dove ho ascoltato esperienze altrui sono stati un’opportunità che mi ha portato un po’ di ossigeno. Sentirmi in compagnia. Sentirmi in rete con tanti altri che hanno già percorso una strada, che sono nei miei passi, o che stanno camminando con fatica dietro di me perché più giovani. Una conferma dell’importanza del mettersi in rete.

Questi incontri online sono stati i primi promossi da Paidea; sono conclusi con il proposito e il desiderio di continuare a tenersi in contatto per parlare insieme, per condividere, e affrontare insieme degli argomenti che ci stanno a cuore. Ho trovato anche molto bella la delicatezza e il grande rispetto e stima da parte degli organizzatori della fondazione verso le persone che dovevano parlare, e di conseguenza questo lo si è vissuto unitariamente tra tutti noi in ascolto.

Rete ultima modifica: 2024-11-26T11:33:20+00:00 da Luciana Spigolon
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