Ognuno di noi ha passioni che vuole coltivare; spesso riusciamo anche a trovare il modo per metterle a disposizione degli altri nella vita di tutti i giorni. E perché no, a farne proprio un lavoro. La cooperativa Cassiavass, tra i suoi tanti progetti, cerca di fare anche questo: far toccare con mano ai ragazzi con disabilità ciò che implica il lavoro quotidiano nel loro centro di socializzazione a Roma. L’obiettivo è includere i ragazzi all’interno di una comunità e farli diventare una risorsa per la società mettendo in risalto le abilità.

La cooperativa è nata nel 1980 dalla fusione tra l’associazione Avass e la cooperativa Cassia, anima del loro essere cooperatori. Un’azienda che, pur crescendo nel corso della propria vita, non ha perso il punto di vista del volontariato, mettendosi a servizio dei più fragili. Tutti i soci della cooperativa sono persone che negli anni hanno dimostrato di credere nel progetto e che hanno saputo interpretare e accogliere i bisogni.

Il centro è aperto dal lunedì al venerdì e tra le tante attività ce ne sono alcune collegate all’ambito culinario e alla ristorazione. I ragazzi acquisiscono competenze prendendosi cura di un orto che conta più di quattrocento piante, creando menù, imparando a replicare piatti, allestendo e decorando le sale per le feste che si tengono nella struttura.

Tra gli obiettivi c’è anche quello di includere e far toccare con mano a ragazzi con disabilità ciò che implica il lavoro quotidiano.

Sono divisi in gruppetti a seconda di ciò che preferiscono fare, diventando una vera e propria squadra di lavoro attraverso legami sempre più forti. Sono seguiti da operatori ed educatori professionisti che li formano a lavorare e a sperimentare la vita in autonomia. Ogni anno si creano nuove attività, chiamando persone specializzate, tra cui chef che tengono corsi sulle tante specialità che si possono creare in una cucina come pasta, fritti, dolci…

Durante la settimana il centro prepara pasti per un gruppo di anziani aiutati anche da volontari che affiancano gli operatori e gli educatori nei vari progetti.
L’inclusione a 360 gradi permette che il centro collabori con svariate realtà del territorio, ad esempio con la pro loco di Cesano e mettendosi in relazione con le realtà circostanti.

«La cosa che ci piace di più di questo lavoro è il sorriso dei ragazzi quando riescono, tramite il lavoro fatto, ad arrivare a un prodotto finale interamente creato da loro. Il centro non ha mai le porte chiuse e cerchiamo sempre attività stimolanti. Proviamo ad aiutare le famiglie e a far vivere giornate piacevoli ai loro ragazzi» raccontano Roberto Bianchi (educatore professionale di comunità e responsabile di servizio del centro) e Marzia Toja (presidente della cooperativa). Fate un salto a conoscere questa realtà, sarete accolti a braccia aperte.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.166

Copertina di Ombre e Luci n. 166 (2024)

Porte Aperte ultima modifica: 2024-08-26T17:27:30+00:00 da Melanie Castellani

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