Duro, poetico, meraviglioso: tre aggettivi per L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi di Tatiana Tîbuleac, romanzo in cui Aleksy ricorda l’ultima estate trascorsa con sua madre. L’ultima, ma anche la prima, perché i due per decenni, dopo la morte dell’amatissima figlia/sorellina, sono stati nemici. Da allora, la donna si è macerata rabbiosa nel ricordo, dimenticandosi di essere madre non solo di una bimba morta, ma anche di un figlio vivo. Poi, dopo anni di odio, in quell’ultima estate tutto si ricuce. Per Aleksy seguiranno tempi ancora bui, altra violenza, ricoveri, manicomi, le ore di arteterapia, il successo come pittore, finché un medico gli consiglia di rivivere quel periodo trascorso con la madre nel tentativo di superare il blocco creativo che sta vivendo: inizia così il racconto di come l’odio di decenni sia diventato tre mesi in cui risentimento e impotenza sono stati trasformati in amore e dialogo.

L'estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi di Tatiana ȚÎbuleac (Keller, 2023)

L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi 

Autore: Tatiana ȚÎbuleac
Traduzione: Ileana M. Pop
Editore:
Keller
Pubblicato: Pagine: 280
Prezzo: 18€
ISBN: 9791259521415

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.165

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L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi | Recensione ultima modifica: 2024-08-16T11:10:26+00:00 da Giulia Galeotti

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