Efrem in questo periodo è un po’ malinconico – sarà l’autunno. Ha lasciato da poche settimane la casa di campagna in cui ha trascorso l’estate. È lì che riaffiorano in lui tanti ricordi.
Quando eravamo più piccoli stavano i nonni simpatici e c’erano i cugini e le cugine e noi piccoli che giocavamo in campagna nel giardino di zia Ezia. Stavano la mamma, la zia Ida e il mio cugino Giovanni grande e anche Manuela piccola e anche la nonna Rosa. Quante coccole che mi facevano! Nel giardino di zia Ezia c’erano tanti fiori e alberi e il muschio che si metteva nel presepio e c’erano gli alberi di mandorli e c’era un albero rotto. C’era Manuela, Rosa e me, Efrem: come ci siamo divertiti! Poi c’era il nonno Angelo: come ci voleva bene! Era bello. C’era anche il nostro papà e c’era tanta gente in campagna: Giovanni grande, Angelo piccolo, Rosa e Mariafranca e anche zio Tonio e anche zia Antonietta e me, Efrem, con la mamma e il cane di zio Costantino e zia Emilia. Quando siamo cresciuti in campagna c’era tanta gente. Adesso non mi piace più perché mi ricordo la mia infanzia in campagna. Stavano tante persone buone, venivano a casa nostra a festeggiare i compleanni di noi piccoli. A Pasquetta stavamo a mangiare seduti su un baule. Io non davo nessun fastidio a nessuno e poi quando veniva il giorno della mia nascita, il 29 luglio 1975, era il mio compleanno e io festeggiavo con tutti e c’era la nonna Nina che era la mamma di mia madre. Mia madre mi ha comprato la torta con la panna che mi piaceva e ora non mi piace più. Quando soffiavo mi battevano le mani: come mi volevano bene! Quanti cugini e adesso siamo adulti e grandi. Quando arrivava Natale a casa di zia Antonietta e zio Tonio veniva zio Costantino e suonava il fischietto: c’eravamo tutti e non aspettavamo nessuno.
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