«Poter vivere una formazione è vitale per i giovani perché è l’occasione per capire che sono parte di una comunità più estesa. Le comunità di Fede e Luce sono ovunque, condividono gioie simili e affrontano sfide simili. Nel nostro incontro impariamo che non siamo soli e insieme possiamo condividere esperienze e soluzioni». Lovro Krpan dalla Croazia spiega bene la necessità che ha spinto a organizzare una settimana formativa per i giovani di Fede e Luce della regione coordinata da Angela Grassi, che comprende Albania, Cipro, Croazia, Galilea, Grecia, Italia, Slovenia e Svizzera. L’ultima occasione per gli italiani risaliva al 2018 a Fano e, ancor prima, ad Alicante in Spagna per giovani con e senza disabilità provenienti dalle comunità di tutto il mondo.
L’intento di queste formazioni è quello di incontrare e sostenere il cammino di quanti sotto i trent’anni si avvicinano alle comunità di Fede e Luce: sono il futuro e, ognuno a suo modo, può dare nuovo impulso ai legami di amicizia che sperimentiamo nelle comunità.
In cammino… con te il tema guida: i racconti giunti dalla formazione di Lignano parlano di tanta vita concreta nelle sette giornate trascorse insieme, per alcuni quasi come quella vita che si sperimenta a un campo estivo. «Abbiamo pregato, fatto attività, cantato, siamo andati al mare e abbiamo avuto da riflettere molto. L’affetto che ho ricevuto e la guida spirituale quotidiana hanno riscaldato il mio cuore, mi hanno fatto diventare più matura e capire che l’amore può sconfiggere tutto. Viaggi lunghi, difficoltà fisiche, febbri alte, nausee, tossi e problemi organizzativi, non fanno eccezione. Ringrazio tutti coloro che non mi hanno mai lasciata sola» racconta Liliya Smahlyuk da Palidoro che, come altri giovani con disabilità, ha partecipato accompagnata da amici più o meno coetanei della stessa regione.
Ci aiuta a entrare in quella settimana anche Silvia Freschi, proveniente da Milano: «Sono state giornate belle ma stancanti. Al mattino ci trovavamo in salone per la preghiera guidata da don Marco Bove e la lettura e il mimo del vangelo. Poi c’erano le testimonianze. Mi ha colpito quella di una famiglia che ha adottato due bambini, uno con disabilità, e quella di una coppia con il marito cieco e sordo: è una cosa bella vedere e sentire come queste persone vivono insieme. Poi in gruppo, guidati dalle domande, scambiavamo i nostri pensieri».
C’è anche chi ha accompagnato il proprio figlio o figlia, come Mateja Breznik dalla Slovenia, madre di Sabina, con bisogni speciali che presto compirà trent’anni. «Eravamo più di 70 partecipanti. La maggior parte era italiana, ma altri provenivano da Cipro, Croazia, Albania e Slovenia. È stato molto interessante incontrare persone provenienti da diverse parti d’Italia, dal nord al sud. Tutti erano accomunati dalla gentilezza e dall’emotività, dalla gioia di socializzare, dall’abilità nel parlare e anche la conoscenza e il canto di molte canzoni italiane. Per mia figlia, questo incontro è stato una grande esperienza che ha creato ricordi indimenticabili. Dietro la bella settimana – aggiunge –, ci sono persone. Persone che hanno fatto un lavoro straordinario. Persone che hanno reso ogni giorno perfetto per noi». Un lavoro di squadra che, nonostante le inevitabili difficoltà, ha saputo offrire nuovi punti di vista, persino quello di una telecamera. «Un’altra cosa che mi è piaciuta tantissimo – racconta sempre Silvia Freschi – è l’idea di fare un cortometraggio. Alcuni hanno preparato il testo e la canzone del campo, coinvolgendo tanti di noi. Hanno filmato momenti della vita del campo e parti recitate e poi li hanno montati in un video. Sono stati molto bravi: il risultato è così bello che lo faccio vedere a tutti gli amici e conoscenti».
Incontri come questi hanno al cuore, come racconta Francesca, la capacità di donare felicità: «Nell’incontro con l’altro, riesci a scoprire sempre un amico». Una vera opportunità, secondo Marta Guerra, «scoprire una nuova storia, un nuovo sorriso, e imparare qualcosa di speciale su ognuno». Bello davvero, di questi tempi.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.167