Oggi sono qui per raccontarvi cosa è accaduto dentro di me dopo il 30 settembre. Chi stava con me e l’ha vissuto con me lo può immaginare, anche se è stato soltanto per una giornata. Un po’ di tempo fa vi avevo parlato della marcia di Assisi e il 30 settembre per me è stato come viverla per la seconda volta. La prima tappa era la Chiesa dei santi apostoli, poi chi se la sentiva andava a San Giovanni e infine la terza tappa era San Pietro. Quindi era come se dentro di me fosse riemerso un filo che si ricollegava alla piccola marcia.
Ero elettrizzata all’idea di vedere Papa Francesco. Per me lui è un po’ come Papa Giovanni Paolo II, è stato ed è il papà del popolo. È colui che continua il messaggio di Giovanni Paolo II e questa cosa mi avvicina molto a lui. Non vi nego che spero un domani di abbracciarlo e salutarlo come si deve, perché sì, è vero che stavo ai primi posti ma non ho avuto l’occasione. Spero che un giorno ci sarà e che sia con il gruppo di Fede e Luce o con altro gruppo.
Vedere Papa Francesco dal vivo in carrozzina è stato come vedere un papà sofferente, un papà che fa tutto per i suoi figli, e lo voglio dire specialmente ai giovani. A San Pietro quel giorno era pieno, pieno, pieno di giovani e lì ho notato che c’era molta collaborazione quindi ragazzi – e questo vale per tutte le comunità non solo per la mia – non date tutto per scontato nelle vostre comunità: abbiate sempre cura del dono, proprio come ci hanno fatto vedere alcuni amici di Fede e Luce sul sull’altare con il mimo. Noi diamo a voi e voi date a noi.
Prendere una parte di noi e donarla a voi in certi casi non è semplice in questo periodo come dice Papa Francesco. Dopo tutte le cose che ci stanno accadendo intorno non abbiate paura di apprendere quello che noi vi vogliamo dare e tanto meno non dobbiamo avere noi paura nei confronti di chi ci aiuta. Con la paura ci allontaniamo, noi invece ci vogliamo abbracciare. Se noi vogliamo parlarci, se ci vogliamo guardare negli occhi in pubblico non dobbiamo avere paura di farlo perché tutti, come ha detto Papa Francesco, siamo liberi di farlo. Anche in silenzio, non dobbiamo per forza parlare. Basta soltanto capirci nel silenzio, come abbiamo fatto a San Pietro.
Questo è un invito ad instaurare un rapporto che porta tutti a essere più forti e complici nella vostra comunità. Ma soprattutto quando nelle vostre comunità capita il momento di preghiera che si fa in silenzio, ecco, come dice Papa Francesco, guardatevi al vostro fianco e sappiate tenere le mani gli uni agli altri perché solo così ci possiamo aiutare, vi possiamo aiutare e soprattutto possiamo crescere insieme e far crescere la grande famiglia di Fede e Luce.
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